Vietina: "Cominciamo a sentirci abbandonati. Le istituzioni ci aiutino"

Vietina: "Cominciamo a sentirci abbandonati. Le istituzioni ci aiutino"
Vietina: "Cominciamo a sentirci abbandonati. Le istituzioni ci aiutino"

"Il 18 settembre scorso la terra ha tremato e in pochi secondi molte cose sono cadute a terra. Dopo dieci giorni anche noi stiamo cadendo a terra nel vedere tutte le difficoltà che abbiamo di fronte". È lo sconforto di un momento della sindaca di Tredozio, Simona Vietina, che però subito si riprende: "Molte attività si stanno riprendendo, la scuola funziona bene sotto le tende e gli animi si rialzano, ma abbiamo perso molte cose. I vigili del fuoco e le squadre dei tecnici della Regione continuano a verificare lo stato di salute delle abitazioni".

Rivolgendosi al governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e all’omologo della Toscana, Eugenio Giani, la prima cittadina del paese più terremotato dell’Appennino tosco romagnolo dalla scossa di 10 giorni fa, lancia un appello: "È ora che i due presidenti regionali di Toscana ed Emilia Romagna chiedano al Governo lo stato di emergenza nazionale, perché incominciamo a sentirci abbandonati dalle istituzioni. Con le sole nostre forze non ce la facciamo più". Poi arriva uno sfogo: "Esternamente a Tredozio non si vedono case totalmente o parzialmente crollate, ma più di 50 abitazioni sono inagibili, tantissime danneggiate e i danni che ancora emergeranno".

Conclude la sindaca, che è a tempo pieno giorno e notte (dorme nella tendopoli o nel camping del Centro sportivo Le Volte) in mezzo ai concittadini: "Faccio mio l’appello di tanti concittadini, che piangono con me nel mostrarmi di danni, i crolli e le macerie frutto di una vita di sacrifici e lavoro, e che chiedono aiuto alle istituzioni regionale i nazionali".

Ma perché a Marradi, epicentro del sisma, i danni materiali sembrano inferiori a quelli di Tredozio, anche se distante una ventina di chilometri? Secondo spiegazioni di alcuni tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’epicentro del sisma sarebbe stato sì Marradi, ma di lì "le scosse sarebbero partite a cono verso Tredozio, dove avrebbero scaricato la loro potenza".

Quinto Cappelli