Villa Romiti, l’esercito dei volontari "Qui abbiamo tutto per gli sfollati"

Erano 5.000 ieri attorno al palasport: pasti, centro estivo, supermercato. "Organizzazione creata da soli"

Villa Romiti, l’esercito dei volontari  "Qui abbiamo tutto per gli sfollati"

Villa Romiti, l’esercito dei volontari "Qui abbiamo tutto per gli sfollati"

di Marco Bilancioni

Cinquemila volontari. Il quartiere Romiti, lungo il corso del fiume Montone a Forlì, è stato l’epicentro dell’alluvione e poi è diventato quello della solidarietà. "È arrivato un pullmino di ragazzi da Arezzo. Cosa facevamo, li mandavamo indietro?", ironizza Gabriella, responsabile delle cucine che sfornano 1.200 pasti al giorno per gli alluvionati. Nel weekend appena trascorso, l’organizzazione è cambiata: meno pale in strada, più mezzi meccanici e pesanti, dai camion ai bobcat. Aggirandosi attorno al palasport Villa Romiti non si direbbe: è tutto un brulicare di gente.

"Forse non servono più per spalare il fango, ma ci sono tante altre cose da fare, qui, che possono fare", dice Elisa Massa, consigliera comunale e residente nella zona. Sulla maglietta, come tutti gli altri, ha attaccata una striscia di scotch e il nome scritto col pennarello: semplicemente "Elisa". Hanno bisogno di identificarsi in maniera rapida proprio perché sono tanti e vengono anche da fuori città o regione.

"Vi faccio vedere come siamo organizzati", dice Marco con orgoglio. Lui, per esempio, ha un compito specifico: è responsabile dell’animazione per i bambini, che si svolge nel giardino della scuola media ‘Mercuriale’, proprio di fianco al palasport. Sono 160, tutti evacuati durante l’alluvione. E loro sono 90 volontari: fanno turni da 10 alla volta. "Ho chiesto aiuto, e l’ho ottenuto da maestri e tante persone dell’associazionismo sportivo. Siamo organizzati come una sorta di centro estivo".

Marco è anche una sorta di supervisore del resto. Che è tantissimo. Il Villa Romiti è diventato una cittadella dell’emergenza. Poco lontano, nel parcheggio, ‘ragni’ e ruspe stanno liberando il piazzale dai rifiuti: l’obiettivo è mettere in sicurezza l’area per riaprire le scuole nei quartieri alluvionati domani (la riapertura è stata annunciata pubblicamente, in serata, dal sindaco Zattini). Resta ancora molto da fare lungo le strade, dove le masserizie alluvionate si accumulano giorno dopo giorno. Ma a fare da contraltare ai bracci meccanici ci sono le braccia in carne ed ossa.

Già alle 11.15, i volontari fanno sfrigolare salsicce e wurstel. Tutto attorno casse d’acqua, mele e carote. Ben allineate, fette di torta e di crostata. Nell’accoglienza è coinvolto anche un ristoratore forlivese, Gianluca Pini. Ben 300 pasti vengono poi consegnati a domicilio: "Aggiungiamo anche questi, per i bambini", mostra una volontaria agitando un sacchetto di pennarelli e lecca lecca. Qualche giorno fa, un uomo è arrivato da Cesenatico con 100 chili di salsicce in dono e il proprio barbecue.

Entrare nell’impianto lascia di stucco. Hanno creato perfino un ambulatorio medico e le docce. I corridoi sono adibiti come quelli di un supermercato, con piccoli cartelli: "Qui abbiamo i prodotti per l’igiene della casa, qui i vestiti... – elenca Marco –. Prodotti di seconda necessità, sì, perché la prima è superata. Ora ci chiedono detergenti per pulire. Diamo in prestito delle idropulitrici". Ormai l’intero parquet è occupato da scatoloni, appoggiati qua e là perfino sulle gradinate: "È il nostro magazzino". Una marea di persone li sistema, li apre, stiva i prodotti, li prende, li consegna a chi ha bisogno. "C’è un’anziana che chiede mollette da bucato". "Abbiamo un po’ d’acqua da portare ai vigili che stanno facendo servizio?". "Sì, certo – risponde Marco –. E trovi anche qualcuno che ti aiuta a trasportarla".

Si fanno chiamare scherzosamente ‘gruppo di auto-aiuto’. Nel senso che – e lo dicono scandendo le parole, con un sorriso dal retrogusto amaro – "abbiamo creato tutto questo da zero, da soli". L’emergenza è lontana dalla conclusione, ma loro non molleranno.