SOFIA NARDI
Cronaca

Villanova sott’acqua. L’argine non ha retto: "Campagne allagate, ma si doveva evitare"

Il Montone è fuoriuscito in via Zignola e via Ghibellina (salvo viale Bologna) "Lo temevamo. È lo stesso punto del 2023, come sono stati fatti i lavori?".

Villanova sott’acqua. L’argine non ha retto: "Campagne allagate, ma si doveva evitare"

Il Montone è fuoriuscito in via Zignola e via Ghibellina (salvo viale Bologna) "Lo temevamo. È lo stesso punto del 2023, come sono stati fatti i lavori?".

Gli argini si sono rotti: via Zignola e via Ghibellina, nel quartiere Villanova, sono l’epicentro del disastro. Qui, nelle campagne, all’altezza delle brecce, i campi sono acquitrini ribollenti di fango e le strade fiumi in piena. Via Zignola si può percorrere solo a piedi, cercando un varco nel flusso denso che arriva ben sopra la caviglia. Le case sono poche. Di fronte alla prima, una donna in stivali di gomma attende l’elettricista: "Non abbiamo la luce da ore, ma non so se riuscirà ad arrivare fino a qui, in queste condizioni".

Poco più avanti c’è la casa di Andrea Succi, che qui ha anche la sua falegnameria. La melma è alta e lui è intento a tenerla lontana dalla veranda: "Non si può trovarsi ancora in questa situazione dopo poco più di un anno". La voce è rotta per la stanchezza e per l’esasperazione: "Siamo ancora alle prese con le pratiche, con la burocrazia, ci siamo appena rimessi in piedi ed eccoci di nuovo qui". La moglie e le figlie hanno lasciato la casa nella notte, quando il livello del fiume ha cominciato a diventare allarmante, per raggiungere un luogo più sicuro: "Tutto questo è difficile da sopportare – spiega Succi – non solo per i danni economici, ma anche per lo stress mentale che, dopo un trauma come quello che abbiamo vissuto appena pochi mesi fa, diventa davvero pesante".

A pochi metri dalla rottura degli argini si trova l’azienda agricola Donati, già finita sott’acqua lo scorso anno. "Siamo molto arrabbiati e scoraggiati – commenta la titolare Antonella Donati –. Ad amareggiarci ancora di più c’è il fatto che l’argine ha ceduto proprio in uno dei punti aggiustati in questi mesi. Ci fa pensare che i lavori non siano stati fatti proprio come si deve". In realtà, secondo gli esperti, l’argine nuovo è sempre fisicamente più fragile di quello crollato, ma la spiegazione non basta ai diretti interessati.

"Dopo ciò che è successo l’anno scorso – prosegue Donati – ci siamo subito mossi, abbiamo contattato tutte le autorità competenti chiedendo di procedere con pulizie importanti del fiume, riportandolo allo stato di cinquant’anni fa. Abbiamo detto e ridetto che era una situazione critica e che non eravamo al sicuro, ma non è stato fatto nulla di serio e ora vediamo le conseguenze: melma ovunque, capannoni allagati e tutto da rifare, con ben pochi aiuti a sostenerci, come abbiamo già constatato negli ultimi mesi".

È sfinita anche la coordinatrice del quartiere, Eleonora Visani: "Anche se i danni non sono paragonabili a quelli del 2023, quello che è successo in queste ore si doveva evitare: sarebbe stato possibile se si fossero messi in campo più forze, invece non è stato fatto abbastanza e i fatti lo dimostrano". Fortunatamente viale Bologna e l’Electrolux non sono stati raggiunti dall’acqua.