
Versari, presidente di Serinar: "Bene storico-culturale. Riaccendere il faro? No a ragioni politico-ideologiche"
Stefano Versari, presidente di Serinar, soggetto che gestisce Rocca delle Caminate, a Meldola, dal 2017. Nel 2024 i visitatori sono stati 2.100, in aumento rispetto ai 1.500 del 2023.
Come spiega questa crescita di interesse?
"La Rocca non è mai stata liberamente visitabile prima. Risalendo all’800, per il pluridecennale abbandono conseguente ad un terremoto. Poi per la destinazione nel ventennio ad abitazione privata estiva di Mussolini. Infine per il degrado e l’abbandono del secondo dopoguerra. Il restauro del 2016 ha reso fruibile un bene storico-culturale, in una posizione di particolare bellezza. Naturale dunque il crescente interesse dei visitatori".
Come vengono guidati i visitatori alla comprensione della storia della Rocca?
"La visita è favorita da un percorso storico a tappe. Nei locali è possibile visionare un video di circa 20 minuti. È stata anche realizzata un’App che illustra la storia della Rocca".
Che bilancio può fare di questi anni di gestione di Serinar?
"Il bilancio è positivo. La Rocca è una delle sedi della rete regionale dei Tecnopoli, che conta 11 strutture su 20 sedi. Il progetto è stato cofinanziato dall’Unione Europea e frutto della negoziazione fra Provincia, Regione e Università di Bologna. In quest’ottica sono state organizzate numerose attività e iniziative che hanno come finalità l’incontro fra il mondo produttivo e la ricerca universitaria".
È possibile organizzare eventi formativi e meeting aziendali: quanti ne sono stati ospitati?
"La Rocca è utilizzata da imprese e università per eventi e incontri scientifici. Nel 2023 è stata richiesta per organizzare sette eventi, nove nel 2024, Si tratta di iniziative più volte di livello nazionale, con alto spessore scientifico. La più recente il 28 e 29 ottobre scorso, con la Conferenza nazionale di Microbiologia rapida e avanzata per i pazienti in terapia intensiva".
In passato si era detto che avrebbe potuto essere anche un incubatore di aziende in via di sviluppo. Sinora c’è solo il progetto Zephyr, che si occupa di consulenza in ambito aerospaziale. Si tratta di un progetto concluso o prosegue?
"La Rocca non ha il mandato istituzionale di essere incubatore d’aziende. Può invece ospitare aziende che abbiano concluso il percorso di ’spin off’ universitario, come appunto Zephyr".
La storia della Rocca è legata al fascismo.
"La storia bimillenaria di questo luogo, in cui era presente una torre d’avvistamento già in epoca romana, non può essere ridotta ai soli due decenni del fascismo. Tuttavia sono ben evidenti gli elementi della memoria collettiva che si connettono a questo luogo. Ancora più sensibili, forse, in riferimento ai locali che furono adibiti a caserma all’esterno, che non rientrano nel progetto della Rocca. La finalità del restauro – voluto da Regione, Provincia e Comune – è stata quella di farne sede di tecnopolo, non luogo di approfondimento del più difficile passaggio della nostra storia moderna. Potremmo dire che il nuovo utilizzo istituzionale serve anche a fare rinascere simbolicamente questo luogo".
Si era ipotizzato di accendere saltuariamente il faro.
"Serinar ha la gestione tecnica degli spazi della Rocca, di proprietà della Provincia. La questione non è gestionale ma politica. Inaccettabile ogni possibile connessione con la ragione politico-ideologica che determinava l’accensione del faro. Se ne dovrebbe individuare una nuova, condivisa e una ben diversa funzione simbolica".