I costi nei campi ‘scaldano’ anche i gelati

Coldiretti solleva il caso del settore più dolce: "Latte, zucchero e uova costano dal 6 al 12% in più". Ma le vendite reggono

Due clienti con le coppette di gelato (foto di repertorio)

Due clienti con le coppette di gelato (foto di repertorio)

Forlì, 17 luglio 2022 - È l’estate dei rincari. Continuano gli allarmi da parte delle associazioni del mondo economico sulla situazione che colpisce prima la produzione e poi i consumatori finali. Solo pochi giorni fa Massimiliano Bernabini, presidente di Coldiretti Forlì-Cesena ha sollevato il caso: "Nelle nostre campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media, ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli".

Mentre Confagricoltura punta il dito sui cereali: "Alla Borsa merci di Bologna, piazza di riferimento per il frumento tenero e duro del nostro territorio, i primi listini si sono aperti con valori importanti: grano duro in una forbisce tra 535 e 547 euro a tonnellata; mentre per il grano tenero tra i 340 e i 413 euro a tonnellata a seconda della qualità. Da fine giugno, però, alla prima settimana di luglio le quotazioni sono già diminuite, 6 euro a tonnellata per il tenero, 15 per il duro – evidenzia Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini –. Evitiamo speculazioni". Un passo indietro sui costi di produzione. "Prendiamo il gasolio agricolo che nel giro di un anno è passato da 0,70 a quasi 1,4 euro al litro; oppure l’urea, il concime azotato più impiegato in cerealicoltura: il suo prezzo è più che raddoppiato passando da 50 euro il quintale fino a punte di 120".

Un settore che paga ciò che avviene nei campi? Tutta la filiera alimentare, certo, ma anche le gelaterie: sono forti utilizzatrici di latte e frutta, alle quali sono collegati tutti i problemi che colpiscono stalle e campi, già evidenziati dalle associazioni degli agricoltori, per non parlare dell’elettricità che serve per alimentare i frigoriferi. A preoccuparsi in particolare dei gelatai è stata Coldiretti, che stima aumenti del 6% per il latte, dell’8% per lo zucchero e del 12% per le uova.

Ciononostante, sembra che gli italiani non vogliano rinunciare al piacere di un gelato. In particolare quando è prodotto da persone competenti e attente: "Nelle cosiddette ‘agrigelaterie’ è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi", questo è il punto di forza del settore secondo Massimiliano Bernabini di Coldiretti. Insomma, gelati con prodotti locali a chilometro zero.

Le vendite di questa prima fase della stagione sembrano dimostrarlo. Nonostante la situazione economica generale, si segue dunque il trend positivo dello scorso anno, quando era stata registrata una crescita del 19,5% rispetto al terribile 2020, l’anno del lockdown (secondo i dati della principale fiera del settore, il Sigep di Rimini). E si spera che il superamento delle restrizioni legate alla pandemia possa aiutare a confermare questa linea positiva. E anche questa caldissima estate spinge i consumi.