Caro benzina, autotrasportatori di Forlì in allarme: "Una batosta da 10mila euro"

Corallini (Cna): "Aumenti dovuti al costo del carburante, cui si aggiungono altri 300 euro di pedaggi autostradali"

Lorenzo Corallini, responsabile Fita-Cna di Forlì-Cesena, che rappresenta i trasportatori locali

Lorenzo Corallini, responsabile Fita-Cna di Forlì-Cesena, che rappresenta i trasportatori locali

Forlì, 16 gennaio 2023 – “L’aumento dei costi del carburante comporterà una batosta da almeno 10mila euro nel 2023 per gli autotrasportatori. A questa somma si aggiungono 300 euro dovuti all’innalzamento dei pedaggi autostradali".

 

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Lorenzo Corallini, responsabile Fita-Cna di Forlì-Cesena, riceve da giorni gli sfoghi dei camionisti per i rincari di questo inizio anno. Corallini, come calcolate la stangata in arrivo?

"In media i camionisti consumano circa 30-35mila litri di gasolio all’anno, per cui considerando l’incremento del 14% del carburante da gennaio 2022 a oggi, si arriva a 10mila euro in più".

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L’altra cattiva notizia per chi guida sono i rincari ai caselli delle autostrade.

"Proprio così, ammontano al 2%, che Autostrade per l’Italia applica a partire dal primo gennaio sulle tratte di cui è concessionaria. La stima, considerando che la maggior parte dei percorsi commerciali avvengono su queste direttrici, è appunto di 300 euro in più per il 2023".

Costi che verranno scaricati sui clienti?

"Solo a volte. Molti autotrasportatori fanno consegne per la grande distribuzione, se tali aumenti dovessero essere riversati sui prodotti, potremmo trovare sui banchi dei supermercati i pomodori a 10 euro al chilo, il che non è sostenibile".

Quali conseguenze avranno le stangate sulle imprese di autotrasporto?

"Noi tra Cesena e Forlì abbiamo circa 600 iscritti, il 90% dei quali sono padroncini con un solo mezzo. L’anno scorso il numero delle ditte è stato quasi invariato, ci sono state solo un paio di cessazioni in più, ma il lavoro era ripreso alla grande e anche oggi, con le grandi aziende che non fanno più magazzino, i camion girano tantissimo. Il rischio è che con tali aumenti di costi, alcune imprese saranno costrette a chiudere".

È vero che fare carburante all’estero, per esempio in Bulgaria, costa meno?

"Sì, ma solo in alcuni Paesi. Molti dei nostri autotrasportatori girano con camion frigo in Francia, Germania e Olanda, dove il costo del carburante è simile e dunque sono tagliati fuori dall’Est Europa. Una volta il ’paradiso’ dei distributori era il Lussemburgo, ora non più".

I camionisti puntano a fare rifornimento dove costa meno?

"A Cesena si spuntano ottimi prezzi al centro dell’autotrasporto di Pievesestina, che smercia milioni di litri. Molti vanno lì, altri nei distributori sotto casa, scelgono il posto più comodo".

Sono più in difficoltà i piccoli padroncini o le aziende più strutturate?

"È fatica dirlo, ciascuno ha ragioni per lamentarsi. Certo, chi ha dipendenti, ha qualche costo fisso in più".

Nessuno riesce a fermare le speculazioni dei grandi gruppi petroliferi.

"No, ormai è evidente, c’è una situazione di quasi monopolio".

Potrebbe essere utile sviluppare carburanti alternativi?

"Sì, sarebbe positivo stimolare l’introduzione di carburanti sintetici a basso impatto".