Pellet e legna da ardere: prezzi alle stelle

L’imprenditore del settore, Silvano Magnani: "Aumenti anche fino al 200%, dietro ai quali c’è una forte speculazione"

Legna e i classici cilindrini di pellet, ‘carburante’ per stufe alternativo al gas

Legna e i classici cilindrini di pellet, ‘carburante’ per stufe alternativo al gas

Forlì, 12 ottobre 2022 - Il costo del gas schizzato alle stelle, con bollette cresciute in proporzione, sta costringendo molti cittadini a cercare strade alternative al riscaldamento tradizionale. Il problema è che il mercato non perdona, perché anche il prezzo di legna e pellet è salito di conseguenza, come conferma Silvano Magnani, titolare dell’azienda Magnani Legnami Meldola, in via Primo Maggio 62. L’impresa, che offre servizi di consulenza, progettazione e costruzione di strutture ed edifici in legno, soppalchi industriali, gazebi e ogni tipologia di lavori artigianali (associata a Cna), vende legname e pellet anche ai privati.

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«Per farle capire - racconta l’imprenditore, se all’inizio dell’anno un sacchetto di pellet costava 4 euro, ora siamo a 11". E così capita che chi prima ne acquistava un bancale, oggi abbia decisamente ridotto le dosi. Non sfugge da questa logica nemmeno la legna, con la quale alimentare il proprio camino di casa. "Ragionando per metro cubo, nel 2021 uno costava 250, mentre oggi siamo a 350". In proporzione, in questi mesi, ad aumentare di più è stato il pellet – "anche fino al 200%, dipende dai periodi" –, qualcosa in meno la legna. Come si spiega la crescita senza freni della prima forma di combustibile? "Sicuramente abbiamo avuto momenti di grande mancanza del prodotto. Poi ritengo che dietro ci sia una grande speculazione, che ha riguardato praticamente tutto, non solo i prodotti dei quali ci occupiamo. Penso al cemento e al ferro, per esempio. C’è poi da aggiungere che mesi fa la Germania ha iniziato a comprare massicce quantità di pellet, come mai prima d’ora, il che ha modificato gli equilibri di mercato".

In certi casi sono proprio i comportamenti di singoli paesi a determinare cambianti che hanno poi un effetto nella nostra vita quotidiana. In passato alcuni stati dell’area dell’ex Jugoslavia e dell’Europa dell’Est, quando si è capito che la domanda di legname sarebbe cresciuta, hanno smesso di esportarlo. "Sì, con prezzi anche raddoppiati. Ora questi paesi hanno ricominciato a vendere legname all’estero".

Cosa ci riserveranno i prossimi mesi? "Un nuovo aumento dei prezzi in novembre, quando accenderemo il riscaldamento". Dovremo far fronte alla carenza di pellet e legno? Se per il secondo non dovrebbe presentarsi un’emergenza – "anche se c’è speculazione, perché non parliamo di un processo produttivo per averla, la pianta cresce anche senza energia, in fondo serve una sega elettrica" – per il primo la situazione è variabile. "Due mesi fa il pellet non si trovava. Ora qualcosa si sta muovendo. Diciamo che le quantità disponibili non sono esagerate". Nel complesso, conclude Magnani, "dai cambiamenti che ho notato nei nostri clienti, la società si è impoverita. I problemi seri, quando accenderemo il riscaldamento, sono dietro l’angolo".