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Regione socia dell’aeroporto Ridolfi? L’idea divide politici e mondo economico

Forlì, Pompignoli (FdI) frena, Cgil e Uil: “GoToFly non ha dato risultati”. Il governatore de Pascale, mercoledì, non ha escluso l’ingresso in F.A. Scettico il consigliere comunale: “Formula già vista, fu una lunga agonia”. I sindacati: “Il piano industriale dei privati non porta abbastanza passeggeri”

Un’aereo sulla pista del Ridolfi (foto Frasca)

Un’aereo sulla pista del Ridolfi (foto Frasca)

Forlì, 7 febbraio 2025 – “Ci vuole molta prudenza quando si parla di partecipazione della Regione nella società di gestione dell’aeroporto ‘Ridolfi’. L’esperienza ci insegna che il fallimento è dietro l’angolo”. Massimiliano Pompignoli, ora consigliere comunale di Fratelli d’Italia, dell’opposizione è la memoria storica sugli scali emiliano-romagnoli, avendole seguite nel corso degli anni (anche quando sedeva sui banchi del consiglio regionale).

Il presidente della Regione, Michele de Pascale, non ha escluso che l’ente possa contribuire, economicamente, alla gestione dello scalo. L’obiettivo dell’amministratore è però creare una rete tra i quattro scali regionali. Detto questo, Pompignoli ricorda che sia il Ridolfi di Forlì che il Fellini di Rimini “hanno già sperimentato il crac di società a partecipazione pubblica di trasporto aereo passeggeri. Non sono troppo lontani i tempi dei rispettivi gestori, Seaf e Aeradria, falliti nel 2013 dopo una lunga agonia, caratterizzate dalla partecipazione della Regione tra i soci fondatori”.

C’è poi l’elemento del peso economico che potrebbe avere la Regione. “Non credo serva a molto un’interferenza millesimale della Regione nell’attuale società di gestione dello scalo. Per Forlì ci vogliono risorse importanti e un’alleanza con Bologna che costringa il Marconi a cedere alcune tratte, definendone nero su bianco i limiti di sviluppo. Forlì ha tutte le carte in regola, in termini di spazi e infrastrutture, per farsi carico di quel surplus di passeggeri che abbiamo già visto essere un problema piuttosto che un’opportunità per il Marconi. Bisogna vedere se questo approccio, a una società come quella bolognese che è quotata in borsa, piaccia e convenga”. De Pascale, sul Carlino di mercoledì, ha detto che “vogliamo aumentare il numero complessivo dei passeggeri, non spostare quelli di Bologna altrove. La Romagna, e lo dico da romagnolo, non chiede pietà per i suoi aeroporti”. Anche se ha riconosciuto che “Bologna è già di fatto arrivata al limite” e “contesto che possa da sola far crescere tutto il sistema aeroportuale”.

Stefano Marinelli del dipartimento nazionale Uiltrasporti e Luigi Montesano Filt-Cgil Forlì-Cesena considerano “in maniera favorevole la volontà di affrontare direttamente e in modo risolutivo la questione riguardante l’aeroporto di Forlì. È ormai evidente e non può essere messo in discussione che il piano industriale elaborato dagli investitori del Forli Airport, specie nella creazione della società GoToFly, non ha prodotto i risultati attesi. Abbiamo sollecitato più volte sia l’azienda che le autorità comunali e provinciali a unire tutte le strategie possibili per aumentare il volume dei voli in partenza e in arrivo nello scalo. È fondamentale intervenire su accessibilità, intermodalità e marketing per rendere l’aeroporto più fruibile”. Vanno poi mantenuti gli attuali livelli occupazionali.

Parere positivo alle parole del presidente della Regione da parte di Ascom-Confcommercio, attraverso il suo direttore, Alberto Zattini. “Da de Pascale arrivano delle parole incoraggianti e tranquillizzanti per il futuro del Ridolfi e di tutto il sistema aeroportuale dell’Emilia-Romagna. Un altro segnale di interesse lo rileviamo nella celerità promessa, visto che il presidente e l’assessore Priolo intendono incontrare i rappresentanti delle quattro società di gestione degli aeroporti di Forlì, Rimini, Bologna e Parma entro la fine del mese. Il governatore ha ben compreso che il futuro del traffico aereo sarà in grandissima crescita e ha ben compreso l’importanza di tutelare tutti e quattro gli aeroporti, dal più grande al più piccolo, in una forma di cooperazione strutturale che non possiamo che apprezzare. Abbandoniamo le logiche campanilistiche, così da ottenere risultati”.