Forlì, la Regione aiutò il video tedesco delle polemiche

La Regione al leghista Pompignoli: "Spesi 1.845,63 euro". Il regista escluse Forlì dai ’50 motivi’ per amare l’Emilia-Romagna. L’ agenzia che si occupa di promozione aveva detto che non aveva pagato "inserzioni pubblicitarie" in Germania

Esclusi dal video tedesco anche i musei di San Domenico

Esclusi dal video tedesco anche i musei di San Domenico

Forlì, 12 marzo 2023 – Per la realizzazione del documentario dal titolo ‘50 Motivi per amare l’Emilia-Romagna’, il costo complessivo sostenuto da Apt Servizi Srl è di 1.845,63 euro". È questa la risposta della Regione a Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale leghista che aveva richiesto di accedere agli atti per vederci chiaro sul filmato, trasmesso il 10 febbraio sulla rete di Berlino-Brandeburgo RBB (Rundfunk Berlin-Brandenburg), che tanto aveva fatto discutere in città.

Infatti, il regista Stephan Düfel aveva scelto 50 eccellenze – talvolta luoghi, in altri casi si trattava di prodotti tipici – senza includerne nemmeno una della città di Forlì o del Forlivese.

Otto riguardavano a vario titolo la città di Bologna, altri sette la Riviera da Comacchio fino a Rimini, venti la Romagna (piadina e liscio riguardano tutti, ma nel filmato erano ambientati rispettivamente a Rimini e Savignano).

Esclusi il San Domenico, il parco nazionale, i borghi di Bertinoro e Terra del Sole, i cappelletti, il sangiovese.

Dopo le polemiche, l’Apt (la società che si occupa di promozione turistica in Emilia-Romagna) si era trincerata dietro una laconica risposta: "Scelte autonome del regista, noi non abbiamo fatto alcun investimento pubblicitario". Anche ieri, l’Apt non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Informalmente, viene spiegato che quei 1.800 euro non sono appunto spese pubblicitarie ma "costi tecnici".

"È vero, la cifra non è enorme – risponde Pompignoli – ma c’è un concetto che dobbiamo tenere presente: se anche fossero stati solo 100 euro, questa cifra dimostra che c’è stato un rapporto di collaborazione fra la Regione e l’emittente televisiva tedesca". Nel presentare l’iniziativa, con una nota inviata alle testate giornalistiche emiliano-romagnole, l’Apt attribuiva a se stessa un "coordinamento": l’entità non elevata della cifra fa pensare a questo ruolo (i tedeschi erano rimasti qualche settimana per girare il documentario: un altro tipo di aiuto sarebbe stato ben più costoso).

“Il punto è che un rapporto tra Apt e tv c’era – riprende Pompignoli – e in questo contesto evidentemente nessuno ha fatto notare che nella scelta dei 50 motivi c’era una mancanza, quella di Forlì. Cosa sarebbe successo se il regista avesse dimenticato di citare Bologna oppure la Riviera? Difficile pensare che, in virtù di questo coordinamento, non si sarebbe intervenuti". A chiusura di questa vicenda c’è la speranza che lo schiaffo ricevuto porti le istituzioni forlivesi a lavorare meglio sul fronte della promozione.