Elezioni 2022, Di Maio: "Terzo Polo col Pd o con Zattini? Risposta non scontata"

Il deputato uscente di Italia Viva analizza le elezioni: "Italia Viva può allearsi anche col centrodestra, purché civico. E prima o poi potrei correre di nuovo"

Marco Di Maio con il gruppo forlivese di Italia Viva

Marco Di Maio con il gruppo forlivese di Italia Viva

Forlì, 29 settembre 2022 - Marco Di Maio, deputato uscente di Italia Viva, nelle città di Forlì e Cesena siete sostanzialmente al 10%, il risultato a cui miravate a livello nazionale: soddisfatto per il dato locale o rammaricato per quello italiano?

"Ci è mancato il voto al sud. A Forlì mi aspettavo questo risultato, ringrazio Luca Ferrini che si è impegnato tantissimo".

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Le è pesato rimanere fuori dalla corsa?

"L’accordo tra Azione e Italia Viva prevedeva posti in Emilia-Romagna per i candidati di Carlo Calenda. Avrei potuto andare al numero 2 del Veneto o nel Lazio o in Puglia: alcuni ce l’hanno fatta, magari sarei stato anche eletto, ma mi sarebbe sembrato incoerente con il mio percorso. E non ho l’età per il Senato".

Ora cosa farà?

"Non mi ritiro dalla vita pubblica, ho quasi 39 anni. Sto cercando delle collaborazioni lavorative nel settore privato. Senza spintarelle: è il bello di essere libero. Sapendo che non ero ricandidato, mi sono arrivate alcune proposte da aziende. Di sicuro mi piacerebbe mettere a frutto le mie competenze".

Sì, ma la politica? Potrebbe, in futuro, essere di nuovo candidato?

"La politica non è la mia ragione di vita. Ma ci sono, con le mie idee".

Due ipotesi circolate sul suo nome: assessore regionale e, per quanto più difficile, candidato sindaco del centrosinistra.

"La politica cambia molto in fretta. Adesso non ci sono le condizioni per nessuna delle due".

La politica cambia molto in fretta, l’ha detto lei. Questo significa che Azione e Italia Viva potrebbero rompere?

"Non avrebbe senso. Ho accettato di non essere ricandidato anche perché c’è un progetto politico grande da fare crescere. A Forlì abbiamo un bel gruppo. E vogliamo estendere la collaborazione col Partito Repubblicano a tutta la Romagna".

Dunque, Azione e Italia Viva pesano il 9,75% dei voti nel capoluogo. Restando insieme, nel 2024 sarebbero ago della bilancia delle amministrative. Da che parte penderà?

"Parlare del 2024 è prematuro. Di sicuro non c’è nulla di scontato, nemmeno che il Pd voglia allearsi con noi visto che in estate ci hanno detto che facevamo perdere voti. Poi bisogna tenere conto di dinamiche locali".

Italia Viva ha già appoggiato, altrove, amministrazioni di centrodestra.

"Per esempio il sindaco Marco Bucci a Genova, con un progetto civico. Non potremmo però sostenere un candidato espressione di Fratelli d’Italia".

Quindi Zattini sì?

"Ho collaborato con Zattini, da deputato, già quando era sindaco di Meldola. L’abbiamo fatto anche a Forlì su temi come aeroporto, Medicina, ho appoggiato la sua richiesta di riconoscimento Unesco per il razionalismo. Sabato ho presentato a lui e ad alcuni imprenditori l’ambasciatore del Marocco in Italia. Zattini è sempre stato disponibile. Ma l’ho fatto per la città, lo farei con chiunque".

Martedì il capogruppo di Forza Italia Lauro Biondi ha detto che bisogna parlare col Terzo Polo. Un’avance piuttosto esplicita: lei come risponde?

"Esplicita ma prematura".

Da un ex segretario del Pd ci si attenderebbe una chiusura a priori verso il centrodestra. No?

"Credo che la gente voti chi è concreto. Ci sono persone che hanno sostenuto me alle politiche 2018, poi Zattini nel 2019, magari tramite la lista civica, e infine Bonaccini nel 2020. E credo che adesso tanti di loro siano nel Terzo Polo. Chi sa aggregare, a livello locale, vince: Bonaccini è un esempio in questo. Se parliamo di destra, il Pd ha sollevato l’allarme fascismo ma non ha avuto presa nemmeno qui".

Ha citato Bonaccini: se diventasse segretario, lei sarebbe più vicino al Pd?

"A livello nazionale il dialogo sarebbe sicuramente diverso. A livello locale non lo so".

Il candidato dem all’uninominale, Massimo Bulbi, ha sbagliato campagna elettorale?

"Bulbi,facendosi fotografare con il piccone a Capocolle, ha sollevato l’unico vero tema locale di tutta la campagna: la divisione tra Forlì e Cesena sulla quale ha assolutamente ragione. Purtroppo, anche per il fatto che la sua rivale veniva da fuori, non si è parlato dei veri temi del territorio: università, cultura, aeroporto, infrastrutture...".

Lei ha seguito Matteo Renzi dalla sua segreteria Pd fino a Italia Viva. Dica un errore commesso da quando ha fondato il nuovo partito.

"Non sfiduciare il ministro della giustizia Bonafede nella primavera 2020. Era il momento in cui pareva che il Covid fosse destinato a sparire. Avremmo avuto Draghi un anno prima e molte cose sarebbero cambiate".