Predappio (Forlì Cesena), 7 dicembre 2011 - Che sia la volta buona per il recupero dell’ex Casa del Fascio di Predappio, dopo quasi 70 anni di abbandono? Sembra proprio di sì, anche perché per la prima volta si trovano uniti nella stessa causa Pd e Pdl nelle richieste al governo e alla Regione.

Il 16 dicembre il sindaco Giorgio Frassineti (Pd) incontrerà a Bologna i dirigenti dell’Agenzia del demanio per iniziare l’iter del passaggio di proprietà dell’ex Casa del Fascio al Comune. Nei giorni scorsi anche il consigliere regionale Pdl, Luca Bartolini, ha chiesto al presidente della Regione, Vasco Errani, di «sostenere il Comune di Predappio nella valorizzazione dell’ex Casa del Fascio». Bartolini fa notare che quattro anni fa sono stati spesi 300mila euro dalla Soprintendenza per sistemare i cornicioni di lastre marmoree, alcune delle quali presentano già segni di cedimento. Anche il sindaco Frassineti da anni si batte per salvare l’edificio simbolo del periodo razionalista e del ventennio fascista, progettato dall’architetto Arnaldo Fuzzi e costruito dal 1934 al 1937, durante la realizzazione di Predappio nuova, città di fondazione ex novo come tante altre in Italia in quell’epoca.

Il progetto di valorizzazione dell’ex Casa del Fascio, realizzato da Ulisse Tramonti e dall’architetto forlivese Alessandro Lucchi, costerà 6 milioni. «La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì — spiega Frassineti — ha già stanziato 500mila euro, ma busseremo uniti a tutte le porte, comprese quelle della Regione». Una volta ristrutturata, l’ex Casa del fascio sarà destinata a spazi espositivi, Centro studi del Ventennio o dell’architettura razionalista, uffici d’informazione turistica, vetrina dei prodotti locali, primo fra tutti il Sangiovese. Ambizioni troppo grandi? «Predappio — conclude il sindaco — deve riscoprire il ruolo nazionale che ha avuto nella storia d’Italia».