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di CRISTINA DEGLIESPOSTI
DIECI ANNI di validità della carta d’identità: un vantaggio o una fregatura? È quello che si sta ancora chiedendo una cittadina imolese che mercoledì mattina si è vista rifiutare un’operazione all’ufficio postale perché il suo documento d’identità era scaduto.
O meglio, la sua carta d’identità elettronica sarebbe stata valida, ma non era debitamente accompagnata dalla lettera di proroga di cinque anni come vuole il decreto Brunetta (decreto legge 112 del 2008). «Ma come — ha chiesto la signora —? Qual è il vantaggio di avere una carta elettronica se poi devo girare per cinque anni con un foglio di carta d’accompagnamento nel portafoglio?».

NULLA da fare in Posta: il documento, scaduto nell’aprile scorso, non può essere considerato valido. Tanto meno per poter eseguire una qualsiasi operazione allo sportello. «Sono tornata a casa subito — racconta — a cercare quella lettera che mi aveva mandato il Comune mesi prima della scadenza. Sette, per la precisione. In effetti in allegato c’era un foglio che avrei dovuto avere sempre dietro. Ma credevo che da lì al momento della scadenza avrebbero trovato il modo di contrassegnare in qualche modo anche la carta d’identità elettronica, come fanno con quelle cartacee vecchio modello».

PER I POSSESSORI di una carta d’identità cartacea basta infatti farsi timbrare il documento con la nuova scadenza all’ufficio Anagrafe del Comune. Per gli altri, cioè per i cittadini di quei Comuni che per primi sono partiti con la sperimentazione della cosiddetta Cie non rimane altra scelta del modulo in carta da portare sempre con sé.
«E se vado all’estero — si chiede ancora la signora —? Devo presentare per cinque anni un foglietto volante scritto in italiano che certifica la proroga?». «Sì», le risponde l’assessore all’E-government, Andrea Bondi. «I nostri uffici — aggiunge — non fanno altro che applicare le direttive ministeriali: non possiamo comportarci diversamente o pensare a un’altra soluzione. Si tratta di un comportamento illogico e anti efficiente del ministro che mi auguro venga risolto al più presto nei prossimi mesi, perché penalizza quei Comuni e i suoi cittadini che sono partiti da subito con la carta d’identità elettronica».

BONDI RILANCIA le richieste al ministro Brunetta alzando la posta: «Il ministro deve fornire ai Comuni non moduli cartacei, ma un software per modificare la scadenza. E già che c’è potrebbe anche inserire la possibilità di dotare le Cie della firma digitale che diventerà sempre più indispensabile per accedere ai servizi online».