Escape room a Imola, il museo punta sui giovani

Una fuga digitale dal San Domenico a base di enigmi strizza l’occhio ai ragazzi. L’assessore Gambi: "Erano il ‘non pubblico’, stiamo invertendo la rotta"

Scolaresche in visita al museo (foto d'archivio)

Scolaresche in visita al museo (foto d'archivio)

Imola, 12 maggio 2022 - Si chiama ‘Fuga alla Domus del Rasoio’ l’escape room digitale con la quale i ragazzi dai 10 ai 16 anni sono chiamati a confrontarsi sabato alle 16.30 al museo di San Domenico, con accesso libero e gratuito. L’edificio nel cuore del centro storico riapre le porte in occasione di quest’evento limitatamente al piano terra (le collezioni permanenti rimangono chiuse per lavori) e si trasforma, almeno per un pomeriggio, in un percorso chiuso in cui i giocatori devono uscire trovando le chiavi attraverso la risposta a una catena di enigmi. Si potrà giocare utilizzando i computer presenti nelle diverse postazioni o con il proprio smartphone, semplicemente inquadrando i qr code presenti lungo i percorsi differenziati in base all’età dei partecipanti.

L’obiettivo è far conoscere al giocatore notizie e curiosità sulla Domus e il suo possibile proprietario attraverso immagini, video e testi informativi alternati a giochi online. Chi concluderà il percorso, riceverà la possibilità di scaricare un file che consente la stampa in 3D della riproduzione di uno dei reperti più rappresentativi dello scavo.

L’iniziativa è organizzata a conclusione di un percorso didattico durato tre anni, capofila istituto comprensivo 6, realizzato in accordo di partenariato con i musei civici, il polo liceale e l’istituto comprensivo 7. Rallentato a causa della pandemia, ha visto protagonisti diversi ragazzi dalla quinta elementare all’ultimo anno di liceo che si sono alternati tra progettazione, raccolta dati attraverso interviste a esperti del settore e realizzazione del prototipo digitale.

"Giovani archeologi crescono – sorride Giacomo Gambi, assessore alla Cultura –. C’è un gruppo di studenti, autodefinitosi ‘teens museo’, che negli ultimi anni ha lavorato per rendere il futuro museo archeologico il più aperto e interessante possibile per i più giovani che lo visiteranno. Troppo spesso i più giovani hanno rappresentato un ‘non pubblico’, sicuramente per colpa nostra. Abbiamo cominciato presto, con loro, a lavorarci per invertire la rotta".