2011-07-06
SONO STATI 873 i casi trattati nel 2010 al Maria Cecilia Hospital di Cotignola dallequipe di ortopedici guidata dal professor Raul Zini. Gli interventi su pazienti con patologie articolari, traumatiche e degenerative, con particolare riferimento a ginocchio, anca, spalla, gomito, caviglia e polso, sono sostanzialmente di due tipi: artroscopici e di chirurgia protesica. «Lartroscopia è una tecnica basata sullimpiego di fibre ottiche, che permette di guardare nellarticolazione eseguendo gesti chirurgici senza aprirla spiega Zini, pesarese, laureato in Medicina e Chirurgia alla Cattolica del Sacro Cuore di Roma, specializzato in Ortopedia e Traumatologia nella stessa Università, responsabile scientifico Area ortopedica del Gruppo Villa Maria dal 2007, professore allUniversità di Milano Bicocca e Roma Campus Biomedico Gli strumenti utilizzati in artroscopia sono tutti di calibro simile ad una matita, così da poter entrare nellarticolazione attraverso unincisione non più lunga di un centimetro. Lo strumento fondamentale, lartroscopio, è un dispositivo che illumina linterno dellarticolazione attraverso un cavo a fibre ottiche e, nel contempo, una micro-telecamera visualizza il contenuto su un monitor. Col progredire delle tecniche, sono ormai numerosi gli interventi eseguibili in artroscopia. La chirurgia meniscale è quella più comune. Attraverso due soli accessi puntiformi è possibile regolarizzare quasi tutte le lesioni del menisco interno o esterno. Anche la chirurgia ricostruttiva del legamento crociato anteriore è ormai di routine, anche se in questo caso ai 2-3 accessi artroscopici va aggiunta unincisione un poco più estesa nella sede di prelievo dellinnesto tendineo, impiegato per sostituire il legamento lesionato. Altri interventi più rari in artroscopia fra laltro riguardano la cuffia dei rotatori della spalla e il trattamento delle patologie dellanca».
La chirurgia artroscopica consente anche un decorso post-operatorio più rapido: «Dopo lintervento al menisco si può ricominciare a camminare quasi subito e, tempo un paio di settimane, è possibile tornare allattività sportiva. La ricostruzione del legamento crociato anteriore ha invece tempi di recupero necessariamente più lunghi. La dimissione avviene due giorni dopo lintervento, quando il paziente ha imparato a camminare con due stampelle senza difficoltà. Entro due mesi la gran parte dei pazienti torna ad una vita normale, ma soltanto dopo cinque mesi è concesso il ritorno agli sport di contatto, previa adeguata preparazione». Sono numerosi i campioni sportivi operati da Zini in artroscopia, come Simone Pianigiani, coach della Nazionale Italiana di basket e della Mens Sana Siena cinque volte campione dItalia, e i noti cestisti Terrell McIntyre, Demian Filloy, German Scarone e Sasha Djordjevic.Per quanto riguarda la chirurgia protesica, «gli interventi più frequenti riguardano anca e ginocchio, ma anche caviglia e spalla. Pure in questo caso si mira sempre più a tecniche meno invasive, cercando di preservare soprattutto i tessuti molli e, per quanto possibile, losso». Zini opera anche al San Pier Damiano Hospital di Faenza in convenzione e al Villalba Hospital di Bologna in regime di attività privatistica.
SONO STATI 873 i casi trattati nel 2010 al Maria Cecilia Hospital di Cotignola dallequipe di ortopedici guidata dal professor Raul Zini. Gli interventi su pazienti con patologie articolari, traumatiche e degenerative, con particolare riferimento a ginocchio, anca, spalla, gomito, caviglia e polso, sono sostanzialmente di due tipi: artroscopici e di chirurgia protesica. «Lartroscopia è una tecnica basata sullimpiego di fibre ottiche, che permette di guardare nellarticolazione eseguendo gesti chirurgici senza aprirla spiega Zini, pesarese, laureato in Medicina e Chirurgia alla Cattolica del Sacro Cuore di Roma, specializzato in Ortopedia e Traumatologia nella stessa Università, responsabile scientifico Area ortopedica del Gruppo Villa Maria dal 2007, professore allUniversità di Milano Bicocca e Roma Campus Biomedico Gli strumenti utilizzati in artroscopia sono tutti di calibro simile ad una matita, così da poter entrare nellarticolazione attraverso unincisione non più lunga di un centimetro. Lo strumento fondamentale, lartroscopio, è un dispositivo che illumina linterno dellarticolazione attraverso un cavo a fibre ottiche e, nel contempo, una micro-telecamera visualizza il contenuto su un monitor. Col progredire delle tecniche, sono ormai numerosi gli interventi eseguibili in artroscopia. La chirurgia meniscale è quella più comune. Attraverso due soli accessi puntiformi è possibile regolarizzare quasi tutte le lesioni del menisco interno o esterno. Anche la chirurgia ricostruttiva del legamento crociato anteriore è ormai di routine, anche se in questo caso ai 2-3 accessi artroscopici va aggiunta unincisione un poco più estesa nella sede di prelievo dellinnesto tendineo, impiegato per sostituire il legamento lesionato. Altri interventi più rari in artroscopia fra laltro riguardano la cuffia dei rotatori della spalla e il trattamento delle patologie dellanca».
La chirurgia artroscopica consente anche un decorso post-operatorio più rapido: «Dopo lintervento al menisco si può ricominciare a camminare quasi subito e, tempo un paio di settimane, è possibile tornare allattività sportiva. La ricostruzione del legamento crociato anteriore ha invece tempi di recupero necessariamente più lunghi. La dimissione avviene due giorni dopo lintervento, quando il paziente ha imparato a camminare con due stampelle senza difficoltà. Entro due mesi la gran parte dei pazienti torna ad una vita normale, ma soltanto dopo cinque mesi è concesso il ritorno agli sport di contatto, previa adeguata preparazione». Sono numerosi i campioni sportivi operati da Zini in artroscopia, come Simone Pianigiani, coach della Nazionale Italiana di basket e della Mens Sana Siena cinque volte campione dItalia, e i noti cestisti Terrell McIntyre, Demian Filloy, German Scarone e Sasha Djordjevic.Per quanto riguarda la chirurgia protesica, «gli interventi più frequenti riguardano anca e ginocchio, ma anche caviglia e spalla. Pure in questo caso si mira sempre più a tecniche meno invasive, cercando di preservare soprattutto i tessuti molli e, per quanto possibile, losso». Zini opera anche al San Pier Damiano Hospital di Faenza in convenzione e al Villalba Hospital di Bologna in regime di attività privatistica.
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