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di CRISTINA DEGLIESPOSTI
COSA RIMARRÀ di Sasso Morelli? Viene da chiederselo proprio in questi giorni dopo che lo storico negozio di alimentari – il Guadagnini – ha deciso di chiudere bottega a fine anno se gli affari continueranno ad andare così. Guadagnini a parte, il resto delle attività commerciali della frazione stanno tutte a un tiro di schioppo l’una dall’altra: un forno, un tabaccaio, una farmacia, un paio di banche e un ufficio postale aperto due mattine a settimana. Punto. Come se non bastasse, da fine marzo uno dei due medici di base di Sasso Morelli, Vittorio Filippone, chiuderà l’attività ambulatoriale mantenendo solo quella in Pedagna. L’Ausl ha fatto sapere che invierà un altro medico di base, ma l’idea non è andata comunque giù ad alcuni cittadini. Sulla chiusura di Guadagnini al Forno San Vitale ammettono: «Per gli anziani sarà certo un problema. Purtroppo oggi le spese in un negozio iniziano a essere tante e la gente va al supermercato – racconta Angela Galeati — Lo vediamo anche noi, nella nostra attività e nel nostro approvvigionamento con i grossisti. La quantità incide e anche noi compriamo a prezzi più cari dei supermercati. Non si possono sempre seguire le offerte». Il problema del rifornimento dai grossisti non è di poco conto dopo che è esplosa la ‘moda’ delle partite Iva e un po’ tutti anche in campagna hanno potuto accedere agli acquisti negli stessi magazzini dei negozi alimentari. Far pagare qualche centesimo in più per prodotti che possono essere acquistati direttamente quasi da chiunque è diventato impossibile. «E’ un peccato che l’alimentari chiuda, è un’attività storica – dice Livia Mongardi dell’Antica farmacia Mongardi — Qui ci si aiuta un po’ tutti: i negozi hanno una funzione quasi più sociale che commerciale. Gli anziani mantengono la loro autonomia, anche uscire per comprare ogni giorno pane o prosciutto li mantiene attivi. Diversamente dovrebbero aspettare la spesa settimanale, quella grossa, fatta magari dai figli. Però non so cosa potrebbe fare il Comune per le attività nelle piccole frazioni». Qualche idea Cinzia Tassinari della tabaccheria ce l’ha: «Si vende poco e a fine anno sono più le spese che i ricavi – racconta — Anch’io sto pensando seriamente di chiudere. Sosteniamo costi troppo alti anche di utenze, servirebbero incentivi altrimenti i piccoli negozi nei paesi scompariranno naturalmente». In tabaccheria i clienti più ‘affezionati’ sono i cittadini stranieri, soprattutto dall’est Europa. «La crisi ha dato il colpo finale, Sasso Morelli è solo un paese dormitorio nonostante le ultime espansioni — continua Tassinari — Da quando ha aperto il Centro Leonardo io la merceria non la vendo più».