{{IMG}} 2013-02-19
di ENRICO AGNESSI
LA MICRO-VETT chiude i battenti dopo 27 anni di attività e una trentina di lavoratori si trovano adesso in mezzo a una strada. La notizia nellaria da qualche giorno dopo che la scorsa settimana il giudice del tribunale imolese aveva respinto il concordato preventivo richiesto dallazienda è arrivata ieri pomeriggio, al termine delludienza di fallimento che, come previsto, ha sancito la fine dello stabilimento di via Gambellara davanti ad una delegazione di suoi dipendenti. La pubblicazione della sentenza è attesa a giorni. Il patron Gaetano Di Gioia, che aveva fondato lazienda nel 1986, ha preferito ieri non rilasciare dichiarazioni. A parlare, per conto della proprietà, è stato il commercialista di Micro-Vett, Giorgio DallOsso.
«Adesso verrà nominato un curatore fallimentare per seguire tutta la procedura spiega DallOsso . Il concordato non è andato a buon fine in quanto non ci sono state offerte di acquisto necessarie a sorreggere il progetto. Questo, nonostante negli ultimi mesi la proprietà si sia impegnata molto nel cercare di trovare imprenditori interessati».
La situazione dellazienda è precipitata in meno di dodici mesi. Ad aprile 2012, mentre si parlava di Micro-Vett come della realtà che avrebbe dovuto sostenere lincarico di capofila della cordata di imprenditori locali disponibili a mettersi in gioco per il rilancio della Cnh (altro stabilimento imolese chiuso) si è infatti saputo che in via Gambellara era appena partita la cassa integrazione a zero ore. Dopo qualche settimana di incredulità e silenzio, sembravano addirittura cinque le realtà (una francese più quattro italiane) pronte a rilevare le sorti di Micro-Vett attraverso una newco capitanata da Roberto Fazioli, economista dellUniversità di Ferrara. Già alla fine dello scorso anno, però, si è capito che le cose non sarebbero andate per il verso giusto. E così, dopo il mancato concordato, la scorsa settimana per lazienda di Di Gioia si sono spalancate le porte del fallimento. Oltre al momento di grave crisi economica, la Micro-Vett sconta anche lo stop agli incentivi per la conversione dei veicoli in mezzi elettrici e il mancato pagamento, da parte degli enti pubblici, di commesse arretrate.
di ENRICO AGNESSI
LA MICRO-VETT chiude i battenti dopo 27 anni di attività e una trentina di lavoratori si trovano adesso in mezzo a una strada. La notizia nellaria da qualche giorno dopo che la scorsa settimana il giudice del tribunale imolese aveva respinto il concordato preventivo richiesto dallazienda è arrivata ieri pomeriggio, al termine delludienza di fallimento che, come previsto, ha sancito la fine dello stabilimento di via Gambellara davanti ad una delegazione di suoi dipendenti. La pubblicazione della sentenza è attesa a giorni. Il patron Gaetano Di Gioia, che aveva fondato lazienda nel 1986, ha preferito ieri non rilasciare dichiarazioni. A parlare, per conto della proprietà, è stato il commercialista di Micro-Vett, Giorgio DallOsso.
«Adesso verrà nominato un curatore fallimentare per seguire tutta la procedura spiega DallOsso . Il concordato non è andato a buon fine in quanto non ci sono state offerte di acquisto necessarie a sorreggere il progetto. Questo, nonostante negli ultimi mesi la proprietà si sia impegnata molto nel cercare di trovare imprenditori interessati».
La situazione dellazienda è precipitata in meno di dodici mesi. Ad aprile 2012, mentre si parlava di Micro-Vett come della realtà che avrebbe dovuto sostenere lincarico di capofila della cordata di imprenditori locali disponibili a mettersi in gioco per il rilancio della Cnh (altro stabilimento imolese chiuso) si è infatti saputo che in via Gambellara era appena partita la cassa integrazione a zero ore. Dopo qualche settimana di incredulità e silenzio, sembravano addirittura cinque le realtà (una francese più quattro italiane) pronte a rilevare le sorti di Micro-Vett attraverso una newco capitanata da Roberto Fazioli, economista dellUniversità di Ferrara. Già alla fine dello scorso anno, però, si è capito che le cose non sarebbero andate per il verso giusto. E così, dopo il mancato concordato, la scorsa settimana per lazienda di Di Gioia si sono spalancate le porte del fallimento. Oltre al momento di grave crisi economica, la Micro-Vett sconta anche lo stop agli incentivi per la conversione dei veicoli in mezzi elettrici e il mancato pagamento, da parte degli enti pubblici, di commesse arretrate.
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