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di LETIZIA GAMBERINI
— CASTEL DEL RIO —
FRANCESCO CAMPANA si affaccia dall’enorme cancello che custodisce la villa di Vanna Marchi, a Osta. Arriva accaldato, evidentemente sta lavorando nel vasto giardino della casa annidata nei boschi sopra Castel del Rio. Il compagno dell’ex tele-imbonitrice si ferma per due parole, prima di scomparire nuovamente fra le piante. «Vanna? No, non è qui. Sta a Milano». Però è vero che è tornata in paese la settimana scorsa. «Sì, ma era tanto che non veniva. Ovvio che per molto tempo non ha neanche potuto farlo. Diciamo che verrà ogni 6-7 mesi. Una volta all’anno, forse. In ogni caso sono improvvisate, è difficile sapere quando si presenterà».
PERÒ, a detta dal legale Liborio Cataliotti, la località della Vallata sembra piacerle parecchio. «Sì, ma tutto dipende dal suo lavoro al bar. Altro non so». Vanna Marchi, condannata a nove anni e mezzo per associazione a delinquere finalizzata a truffa (in seguito si era aggiunta anche una seconda condanna per bancarotta, ndr), lavora infatti dal 2011 in un bar milanese, La Mailmaison Café, di cui è titolare il compagno della figlia. Ormai 71enne (è nata a Castel Guelfo nel 1942), aveva ottenuto la sospensione dell’esecuzione della pena, infatti, per assistere la figlia, che aveva problemi di salute.
CAMPANA — anche lui coinvolto nelle vicende giudiziarie di Vanna Marchi e della figlia Stefania Nobile (condannato, ma non ha mai scontato la pena per indulto) —, non ha mai smesso di vivere a Castel del Rio. Intanto in paese, dove tutti sono sempre stati abituati alla presenza di madre e figlia, alla luce delle ultime esternazioni inizia a farsi strada un po’ di curiosità. Nei giorni scorsi, infatti, Cataliotti ha fatto sapere che le sue assistite avevano presentato un ricorso alla Corte europea dei Diritti dell’uomo contro il giudice Antonio Esposito, il presidente della sezione feriale della Cassazione che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per il caso Mediaset e poi finito nella bufera dopo alcuni articoli comparsi su ‘Il Giornale’. Vi si scriveva che Esposito, presidente della Sezione di Cassazione giudicante nel caso di Marchi e Nobile, avrebbe «anticipato il giudizio», rivelando qualche giorno prima la conferma della condanna. Un ritorno sui giornali che non è sfuggito agli alidosiani. Anche se, va detto, non tutti amano l’argomento.
«HO LETTO sul giornale che c’era Vanna Marchi in paese — raccontano nel bar sulla Montanara — noi però non l’abbiamo vista. Prima si incontrava spesso, faceva compere nei negozi. Ad esempio faceva la scorta di mortadella da portare a Milano. Il compagno invece, l’avremo incontrato... forse un mese fa. Ha sentito al forno? Se Vanna Marchi viene a Castel del Rio non manca di fare tappa dal fornaio».
MA ANCHE qui nessuno l’ha vista: scuotono la testa ricordando che in effetti era una cliente ineccepibile. Stesso discorso alla macelleria. «In questi giorni non è stata qui. Veniva spesso anche il compagno della figlia Stefania a comprare le fiorentine — raccontano i titolari —. Sono sempre state persone cordiali. Ci ha molto stupito, all’epoca, sapere dell’arresto. Lei è veramente una persona molto geniale, se solo avesse usato in altro modo le sue capacità di venditrice...».