2013-11-30
di ENRICO AGNESSI
UNA STORIA lunga già tre decadi, passate tutte in famiglia e all’insegna della buona cucina tradizionale romagnola. Tra tagliatelle, tortelloni, castrato e carne alla griglia. La mitica trattoria ‘La Sterlina’ di Sasso Morelli spegne domani trenta candeline. Era il 1° dicembre 1983, infatti, quando la licenza del locale, una vecchia casa che ha visto le gesta del brigante Stefano Pelloni (il Passatore), passò nelle mani della famiglia Dalmonte. Oggi – a distanza di sei lustri – in via Nuova non è in programma nessuna festa particolare. Si sta semplicemente tutti assieme, titolari e clienti vecchi e nuovi, come in una vera famiglia allargata.A raccontare quanto ci fosse da correre, già nei primi anni di attività, è Monica, che gestisce il locale assieme ai fratelli Daniele e Walter: «Si lavorava dalla mattina alla sera e c’erano anche gli spuntini al pomeriggio – ricorda –. Rispetto a oggi, però, anche a tavola è tutto cambiato: una volta la prenotazione si faceva a voce e la gente mangiava di più, aveva meno fretta ed era meno esigente». Ma se le chiedi un’istantanea capace di racchiudere in sé 30 anni tra cucina e tavoli, dice che è difficile scegliere: «Il ricordo più bello? Forse le visite di Schumacher, nel 2004 e nel 2005. Andava pazzo per i nostri tagliolini». Personaggi (super)famosi a parte, la sensazione che si ha facendo un giro tra i tavoli del locale è il legame fortissimo tra i proprietari e gli ospiti storici, quelli che «a Imola è cambiato tutto, tranne le tagliatelle della Sterlina».
LA STORIA del nome del locale, i clienti la conoscono bene. Sta tutta scritta nella tovaglietta che gli avventori della Sterlina si trovano sotto il mento e sulla quale cade inevitabilmente l’occhio, prima di cominciare a mangiare. Racconta di quando attorno al 1850, in quella che era una misera costruzione disabitata, detta ‘Casone’, all’incrocio tra via Correcchio e via Nuova, arrivò dall’antica Pieve di Cantalupo un gruppetto di invitati a un matrimonio con in testa gli sposi in biroccino. Il Passatore, fermata la compagnia per derubarla, si accorse che tutti erano talmente poveri da non avere con loro nemmeno un soldo. Solo lo sposo calzava un paio di scarpe nuove. A quel punto il brigante se le fece consegnare (giusto per tenere fede alla sua fama) ma in cambio, tra lo stupore generale, regalò alla sposa una sterlina d’oro. Quel gesto fece parlare per molto tempo gli abitanti della zona e il vecchio ‘Casone’ venne chiamato ‘Il posto della sterlina’. Ed è così ancora oggi, soprattutto da 30 anni a questa parte.