2013-12-07
«IN QUELLE lastre non ci sono fibre di amianto». È la conclusione cui è giunto il distretto Arpa di Imola dopo aver analizzato cinque campioni di materiale prelevato dall’ex cava Malsicurina, in via Lughese, di proprietà della Cti. Gli esami sono stati condotti nei laboratori di Reggio Emilia. A richiederli erano stati gli stessi cittadini che, preoccupati dalle operazioni in corso in quell’area, avevano sollecitato l’intervento di Arpa. L’Agenzia regionale per l’ambiente, dal canto suo, ha sempre sottolineato come tutto fosse stato regolarmente autorizzato dalla Provincia, anche se avrebbe preferito uno stop al conferimento in attesa del responso. Ad ogni modo, adesso è certo, il materiale utilizzato per il riempimento di una porzione della cava (delle onduline di colore chiaro) è costituito da «lastre di fibrocemento ecologico», di cui il produttore ha subito dichiarato l’assenza di amianto, comprovata anche dalla certificazione rilasciata da due laboratori privati (uno in Emilia-Romagna, l’altro in Lombardia). L’opera di «recupero ambientale» ha quindi visto protagonista lastre omogenee e mai utilizzate, che non hanno bisogno di essere incapsulate. Il progetto della Cooperativa trasporti prevede di riportare l’area della cava in quota, coprendo la parte superficiale con del terreno vergine.