2014-03-06
di MATTEO RADOGNA
L’ALLARME per la rottura dell’agine del torrente Quaderna è scattato alle 6,10. Aldo Sabbi, sorvegliante idraulico del Servizio tecnico bacino Reno, parcheggia il suo fuoristrada e basta un’occhiata ai campi vicino a via Sant’Antonio, a Fiorentina di Medicina, che si affacciano sull’argine destro del canale, per capire che qualcosa non va. Un rumore d’acqua insistente, i terreni che cominciano ad allagarsi. Decide di allertare subito i carabinieri e i contadini della Cooperativa lavoratori della terra. Un complesso di case gialle: tre magazzini, un impianto a biomasse e un’officina meccanica. Tutti svegli, tutti fuori. Anche la signora Maddalena Di Domenica che abita in una casa colonica, si alza di soprassalto: l’acqua è già nel suo giardino. Dall’officina della cooperativa fanno appena in tempo ad uscire con alcuni mezzi agricoli e il piano terreno diventa una specie di lago. E’ cominciata così l’emergenza ieri mattina dopo la rottura dell’argine del Quaderna. Colpa di una falla o fontanazzo forse causato dalla solita tana di volpe o di istrice. In realtà, l’allerta era scattato già l’altro pomeriggio, ma i primi interventi non hanno tenuto. L’argine si è letteralmente spaccato in due con l’acqua che appena ha trovato una via di fuga, ha eroso tutto quello che le stava attorno. Nella sponda si è aperto un fronte di una decina di metri. Sul posto con la divisa della protezione civile il sindaco Onelio Rambaldi (fra l’altro ex presidente della cooperativa) e l’assessore provinciale Emanuele Burgin. Le operazioni per chiudere la breccia sono iniziate alle 14 di ieri, con le braccia meccaniche di due gru e l’escavatore con i massi ciclopici. Dopo una notte di lavoro senza interruzione, stamattina la falla dovrebbe essere chiusa. Pochi metri ancora e finivano sott’acqua le case di Andrea Garuti e Paolo Carini: «Siamo preoccupati perché siamo vicinissimi all’argine». Carini è rimasto a casa dal lavoro: «Con una situazione del genere non potevo abbandonare la mia abitazione». Maddalena Di Domenica ha la casa circondata dalle acque: «I carabinieri di Portonovo ogni mezz’ora passano per vedere se sto bene. Per ora non mi hanno chiesto di evacuare».
MORENO Modelli fa parte della Cooperativa lavoratori della terra: «Se l’acqua raggiunge l’impianto a biomasse il ciclo dei microorganismi potrebbe venir interrotto e dopo ci vorrebbe un mese per riattivarlo. Senza contare i danni per l’allagamento di 80 ettari di grano e delle macchine nell’officina». Paolo Calvaruso è un volontario della protezione civile: «Deve smettere di piovere in montagna affinché l’argine tenga. Abbiamo messo rattoppi dappertutto». Fabrizio Stagni, volontario, è dalle 3 del mattino che perlustra i canali: «Ci sono diverse falle lungo il Quaderna». La rottura dell’argine ha richiamato molti curiosi: si sono radunate le persone più anziane delle borgate circostanti, che hanno visto il torrente in altri anni complicati. «Ma una rottura così – sbotta un pensionato – non si era mai vista».