2014-07-01
SECONDO il monitoraggio annuale della Caritas, la povertà fa sempre meno distinzioni tra italiani e stranieri. Nel 2013, 1.655 persone si sono rivolte ai centri di ascolto della diocesi di Faenza-Modigliana, equamente distribuite fra il centro di ascolto diocesano e le 19 Caritas parrocchiali. Il dato complessivo è in leggero aumento rispetto al 2012 (1.634), ma a cambiare è la composizione: la presenza italiana è salita al 25,6 per cento, rispetto al 19,6 del 2011.
Il documento, che quest’anno è intitolato ‘La dignità è diritto e pane’, fotografa un territorio in cui il disagio si è per certi versi stabilizzato, ma su livelli sempre alti. Gli stranieri che chiedono aiuto sono originari principalmente del Marocco (14,7 per cento), della Moldavia (9,4), dell’Albania (9,3), della Romania (9) e della Nigeria (8,3 per cento). Il 92,7 per cento di loro è in regola con i documenti. Secondo una tendenza consolidata, alle Caritas parrocchiali si rivolgono soprattutto donne, principalmente per chiedere pacchi viveri o vestiario. L’età media è intorno ai 46 anni, ma gli anziani sono in aumento. Il centro di ascolto offre invece, oltre alla mensa (che nel 2013 ha registrato 3.168 accessi, in calo rispetto al 2012), una serie di altri servizi: dalle docce all’orientamento lavorativo (tramite lo sportello Policoro), dai sussidi economici all’assistenza medica e al sostegno all’emergenza abitativa. La Caritas ha inoltre preso in carico 12 profughi nigeriani, nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, oggi ospitati nell’ex scuola di San Giovannino assieme a sette pakistani.
«AUMENTANO le richieste di aiuto per pagare le bollette o l’affitto — dice Nerio Tura, direttore della Caritas —. I contributi economici che abbiamo erogato ammontano, in tutto, a 91 mila euro, compreso il fondo di solidarietà voluto dal vescovo». Chiara Lama, responsabile del rapporto annuale, richiama l’attenzione su richieste di aiuto ‘nuove’: «Ci sono anziani che, con la sola pensione, si trovano a dover mantenere i figli che hanno perso il lavoro».
L’organizzazione caritatevole sta rinnovando e potenziando la propria offerta: a fine 2013 è stata aperta una casa di accoglienza per donne o famiglie in emergenza alloggiativa. Ed entro l’inizio del 2015 dovrebbe vedere la luce la nuova sede del centro di ascolto, che si sposterà nell’ex istituto Righi di via D’Azzo Ubaldini, dove saranno concentrati tutti i servizi (oggi la mensa e la distribuzione dei vestiti sono decentrate).
Ma secondo Tura, nella lotta contro la povertà il grande assente è lo Stato. «Negli ultimi 20 anni non è stata attuata alcuna politica di contrasto alla povertà — sostiene —. Niente reddito di inserimento, niente investimenti sull’edilizia pubblica. Oggi si stanno costruendo i poveri di domani: c’è una parte di popolazione che non viene ascoltata da nessuno».
Francesco Monti