Imola, "Ragazzine molestate nel sonno dopo le festicciole in casa"

L’accusa: padre ha abusato delle amichette della figlia. Arrestato un uomo di 45 anni

L’uomo è in carcere per un’ordinanza di custodia cautelare

L’uomo è in carcere per un’ordinanza di custodia cautelare

Imola, 7 settembre 2019 - Ospitava in casa i pigiama party organizzati da sua figlia adolescente, e ai quali si presentavano compagne di classe e amiche della ragazzina. Durante la notte, però, forse aiutato da sostanze illecite sciolte di nascosto nella bevanda della buonanotte, somministrata alle ignare vittime con l’intento di rallentarne i riflessi e annebbiarne i ricordi, trasformava un appuntamento caro a generazioni di giovanissime in un incubo fatto di abusi sessuali. E’ pesante l’accusa nei confronti di un 45enne imolese, finito in manette giovedì e attualmente rinchiuso nel carcere bolognese della Dozza dopo l’ordinanza di custodia cautelare chiesta e ottenuta dal pubblico ministero Augusto Borghini.

Le indagini nei confronti dell’uomo sono partite sulla base di una denuncia depositata al commissariato di polizia di via Mazzini la scorsa primavera da parte dei genitori di una delle ragazzine coinvolte; e alla quale ha fatto seguito almeno una seconda segnalazione da parte di un’altra adolescente. Sono due, infatti, le famiglie che ad agosto si sono rivolte all’avvocato Giovanna Cappello, per essere assistite in questa delicatissima vicenda; ma non si esclude che l’elenco possa allungarsi nei prossimi giorni, quando il 45enne sarà ascoltato dal pubblico ministero dopo la già avvenuta udienza di convalida dell’arresto.

Il sospetto che nell’abitazione del 45enne si consumasse il più ignobile dei reati è venuto ai genitori in questione dopo che la loro figlia era tornata a casa, il mattino seguente al pigiama party, con un abbigliamento diverso da quello con il quale era andata a dormire dall’amica. E che l’arrestato si sarebbe preso la briga di lavare in prima persona. Una sostituzione che il 45enne avrebbe provato in qualche modo a giustificare, senza tuttavia riuscire a convincere la famiglia della ragazzina.

A quel punto sono iniziati i sospetti, i ragionamenti a ritroso e – a quanto pare – le prime ammissioni da parte delle vittime di questa storia, tutte di età compresa tra i dodici e i tredici anni. Ma, almeno nella mente delle mamme e dei papà, hanno trovato un senso – ed evidentemente è stato così nelle settimane successive anche per gli inquirenti – i racconti delle loro figlie che lamentavano mal di testa al risveglio dopo quei pigiama party.

Prima di addormentarsi, infatti, il gruppetto era solito salutarsi con un brindisi a base di aranciata e coca-cola. Un rituale, quello della «bevuta dell’amicizia», incoraggiato dallo stesso genitore della padrona di casa. E nel quale l’uomo, sospettato appunto di aver corretto le bevande, potrebbe aver visto l’unico alleato nel tentativo di compiere il disegno. Così, dopo circa sei mesi di indagini, giovedì scorso si è arrivati all’arresto. La figlia del 45enne, difeso dall’avvocato Enrico Caliendo, è stata accolta temporaneamente in una struttura per minori; ma potrebbe essere affidata ai nonni già nei prossimi giorni.

L'avvocato difensore: "Il mio assistito vuole chiarire, parlerà presto coi il pm"

«Il mio assistito intende chiarire tutto nei prossimi giorni. Già lunedì mattina chiederò alla Procura di fissare un incontro per concordare un interrogatorio». A dirlo è l’avvocato Enrico Caliendo, che difende il 45enne imolese accusato di aver abusato sessualmente di alcune ragazzine di età compresa tra i dodici e i tredici anni, durante vari pigiama party organizzati da sua figlia adolescente con amiche e compagne di classe. «L’ho incontrato in occasione dell’udienza di convalida dell’arresto e devo esaminare tutti i documenti a disposizione della difesa – spiega il legale imolese –. La sua intenzione è quella di presentarsi spontaneamente davanti al pubblico ministero. E conto che possa essere ascoltato quanto prima». Quanto all’affidamento temporaneo della figlia del 45enne a una struttura per minori, e non (almeno per il momento) ai nonni, Caliendo avverte: «In questi casi è la normalità; serve il tempo necessario a portare avanti controlli ambientali per poi poter riportare la minore nella famiglia di origine».