Aggressioni Imola, sui canali social le tracce della baby gang

Ci sono profili Instagram e persino qualche nome dei responsabili delle violenze al parco delle Acque. Tonelli (Lega): "Piaga da curare"

Carabinieri e 118 nell’area esterna all’autodromo dopo i fatti della scorsa settimana

Carabinieri e 118 nell’area esterna all’autodromo dopo i fatti della scorsa settimana

Imola, 4 luglio 2020 - Tracciati gli identikit, raccolte le testimonianze si avvicina la soluzione per mettere fine al picco di violenze scoppiate in zona autodromo nelle ultime settimane. Si stringe piano piano il cerchio attorno ai responsabili delle aggressioni a danno di due giovani ragazzi, finiti al pronto soccorso con la faccia devastata. Il suggerimento arriva dal mondo di instagram, al momento il più popolare dei social network, dove quella che in città si farebbe chiamare ’Monu gang’ avrebbe persino un profilo dedicato. Un ’branco’ che conterebbe poco più di una decina di adepti, tutti avvezzi alla "violenza gratuita o per futili motivi", come avevano commentato su queste pagine i rappresentanti delle forze dell’ordine. Ragazzini a cavallo della maggiore età, che avrebbero la propria ’base operativa’ nel quartiere Campanella, ma che a quanto pare, non disdegnerebbero anche gite serali nelle aree esterne all’autodromo (e in particolare nella zona dell’antistadio) dove si sono consumate le violenze. Due ragazzi sono stati violentemente pestati, riportando gravi traumi facciali. «Una carie che va estirpata – commenta il parlamentare della Lega, Gianni Tonelli –, educando questi ragazzi alla vera vita di una società civile, ma anche lavorare sulle famiglie, che in questi frangenti di criminalità minorile possono diventare fondamentali nell’educazione dei ragazzi". Sul fronte sicurezza, proprio qualche giorno fa, dalla formazione del Carroccio era arrivata la proposta di ben due ’taglie’ in un paio di giorni. La prima pensata proprio da Tonelli: diecimila euro in cambio di informazioni sui banditi che hanno investito e ferito il carabiniere a Mordano. La seconda era arrivata dal collega Simone Carapia, ex capogruppo leghista in consiglio comunale: anche in questo caso viene garantita una ’taglia’ da duemila euro sui violenti dell’autodromo. Entrambe le proposte fanno leva sulla cosiddetta ’promessa al pubblico’, legiferata dall’articolo 1989 del codice civile, che prevede una ricompensa in cambio di informazioni utili ad assicurare i picchiatori alla giustizia. Un punto su cui Giuseppina Brienza, presidente dell’associazione Futuro in Comune Imola bacchetta il Carroccio: "E’ palese che la Lega sta dipingendo Imola e il suo territorio come il Far West con il solo obiettivo di fare propaganda elettorale in vista delle amministrative. Arrivando addirittura a proporre delazioni e taglie che non rispecchiano in alcuna maniera il grado di dignità personale e di civiltà degli imolesi, e che denigrano il lavoro quotidiano delle Forze dell’ordine". Ma c’è anche chi – oltre alla cittadinanza – invoca un maggiore apporto di pattugliamenti. "Gli attuali 56 poliziotti in servizio non sono minimamente sufficienti per soddisfare le esigenze di una città come Imola in considerazione del numero di abitanti e del territorio. – precisa l’Associazione Valori Comuni –. Alla luce della recente escalation di reati chiediamo al questore di applicare la normativa prevista dal Dipartimento della Polizia di Stato, che prevede per la città di Imola un organico non inferiore a 65 unità".