"Aiuti su misura per le nostre imprese"

Amilcare Renzi (Confartigianato): "Ristori ad hoc per chi ha perso più clientela. Acquistiamo ’locale’ per sostenere i negozi di vicinato"

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di Gabriele Tassi

’A ciascuno il suo’. Fosse un libro, il pensiero di Amilcare Renzi segretario di Confartigianato Bologna metropolitana, avrebbe il titolo del poliziesco anni ’60 uscito dalla penna di Leonardo Sciascia. Ma in questo caso i misteri sono ben pochi, perché da bravo numero uno dell’assiociazione di categoria, Renzi ragiona sui fatti, o meglio sugli ’scontrini’. "Un dato, quello sulla fatturazione – spiega – che lo stato ha a disposizione. Perché non partire proprio da lì per calcolare, e quindi fornire un ristoro adeguato ai danni subiti dalle imprese?"

L’impatto è forte, questo è chiaro, in particolar modo dopo il passaggio della regione a zona arancione già da domenica. Ma è veramente possibile che ciascuno ottenga ciò che merita?

"Siamo in un territorio in cui la responsabilità fiscale è molto forte. I nostri ristoratori, i nostri negozianti, sono ora davanti a limitazioni importanti, che riguardano la chiusura dei mercati all’aperto, quella dei negozi all’interno dei centri commerciali nei festivi e prefestivi, e la chiusura completa di bar e ristoranti, che potranno contare ora solamente sul delivery".

Un provvedimento forse troppo rigido per chi con quel lavoro ’ci mangia’.

"Bisogna sempre partire dal presupposto che senza salute non c’è economia. Prima la Regione aveva già fatto una mossa nel senso della prevenzione degli assembramenti, spegnendo sul nascere eventuali episodi di socialità marcata, che però, a mio avviso, non hanno niente a che vedere con il consumo e il commercio. Con il passaggio all’arancione dovremo ora tutti fare uno sforzo di responsabilità, perché le decisioni prese sono in linea con quelle della comunità scientifica".

Di che sforzo parliamo?

"Il lockdown e la paura non hanno fatto altro che riempire ancora di più le tasche dei grossi player internazionali del commercio online. Ciò che possiamo fare è il più possibile comprare locale, ma anche perseverare in quelle che sono le nostre abitudini".

Ci faccia un esempio.

"La pizza del venerdì sera? Non rinunciamoci, prendiamola da asporto, o a domicilio. Un servizio che è ora l’unico spiraglio per i ristoratori. E’ un modo per tenere sveglia l’economia del territorio, una sorta di catena solidale per venir fuori a testa alta dalla grande crisi che stiamo attraversando".