Alberghi ancora più sicuri "Siamo al punto di svolta"

Gestori pronti alle verifiche anche sul personale dei servizi in appalto . Montanari (IF): "Altre chiusure o restrizioni sarebbero insostenibili per il settore"

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Per i lavoratori del settore alberghiero cittadino l’odierna introduzione dell’obbligatorietà del possesso del Green pass è soltanto l’ultima delle tappe lungo l’articolato percorso preventivo messo in campo dall’avvento della pandemia. Secondo Gianfranco Montanari, presidente della società di promozione turistica IF – Imola Faenza, per quanto riguarda le strutture ricettive non sarebbe infatti corretto parlare di novità. "Abbiamo adottato ormai da tempo una serie di procedure restrittive, in linea con le disposizioni governative diramate per il comparto. Il nostro personale si interfaccia ogni giorno con una clientela diversa proveniente da differenti luoghi", sottolinea Montanari.

Soglia dell’attenzione, quindi, elevata.

"Il tema è particolarmente sentito così come il costante confronto all’interno della categoria. Anche questa volta ci atteniamo a quanto prevede ed indica la legge".

Resta alta anche l’asticella della sensibilità al cospetto dei rischi del mestiere in epoca pandemica.

"In tal senso, dopo gli addetti degli ospedali e delle case di riposo, arrivano quelli delle strutture ricettive. Per lavorare devono interagire quotidianamente con costanti flussi di clienti. L’obbligo del Green pass segue un percorso già tracciato che ha annoverato difficoltà e sacrifici per salvaguardare la continuità operativa".

Soprattutto per quanto concerne la salute delle persone.

"Nel mio gruppo alberghiero (Montanari è proprietario degli hotel cittadini Donatello ed Euro Hotel e ha in carico la gestione del nuovo Room and Breakfast Teatro in pieno centro storico, ndr) ci sono trentacinque dipendenti. Soltanto tre di loro non sono vaccinati".

Umore?

"Il clima è caratterizzato da responsabilità e dialogo. Vedo grande coscienza, raziocinio e consapevolezza della situazione".

Operativamente, quindi, non ci sono particolari difficoltà, giusto?

"Tra i dipendenti abbiamo individuato un responsabile dei controlli giornalieri e del rispetto delle procedure. A lui toccherà anche la verifica dei tamponi dei colleghi non vaccinati. Era già il nostro punto di riferimento per tutte le logistiche legate al Covid".

Come funzionerà?

"A parte i clienti, tutti saranno controllati. Anche il personale delle società che eseguono lavori in appalto dentro alle nostre strutture. Questi ultimi saranno poi monitorati anche attraverso i loro canali. Utilizzeremo sullo smartphone l’app VerificaC19".

Attenzione ai livelli massimi... "Non possiamo permetterci sbagli. Situazioni di quarantena o chiusure non sarebbero sostenibili dopo tutto quello che abbiamo passato. Ora che si vede la luce in fondo al tunnel, e stiamo lavorando, non possiamo allentare la presa".

Qual è la sua idea in merito al provvedimento?

"L’obbligo del Green pass sul lavoro è stato ideato per evitare di introdurre l’obbligo vaccinale. Senza il certificato ci sono limiti significativi nelle attività quotidiane e, adesso, non si potrà più lavorare".

È soddisfatto dei risultati della campagna vaccinale?

"Parlano i numeri. L’80% degli italiani ha scelto di tutelare la propria salute e quella degli altri attraverso l’immunizzazione".

Mattia Grandi