Imola, il nuovo assessore alla sicurezza è un poliziotto

Andrea Longhi è il nuovo assessore comunale E’ amico del leghista Tonelli: ‘Non mi condizionerà’

Andrea Longhi, nuovo assessore comunale alla sicurezza nella giunta Sangiorgi

Andrea Longhi, nuovo assessore comunale alla sicurezza nella giunta Sangiorgi

Imola, 12 dicembre 2018 – E’ Andrea longhi, 54 anni, gli ultimi 30 dei quali trascorsi in polizia, il nuovo assessore comunale alla Sicurezza. Diplomato allo Scarabelli e laureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna, il successore di Ezio Roi, che ha lasciato nei giorni scorsi la Giunta dopo settimane di incomprensioni con la sindaca Manuela Sangiorgi, è conosciuto in città e fuori in quanto segretario regionale del Sap, il Sindacato autonomo di polizia. Si tratta, come noto, della stessa realtà dalla quale proviene un altro imolese da poco entrato in politica come Gianni Tonelli («Lo conosco da quando eravamo ragazzi, ma la sua amicizia non mi condizionerà»), eletto alla Camera con la Lega dopo le elezioni politiche dello scorso 4 marzo. E che da allora, assieme ai suoi colleghi del Carroccio in Parlamento, sostiene il governo Conte al pari dei Cinque stelle.

Assessore Longhi, dopo l’elezione di Tonelli a Montecitorio si dirà che lei è l’uomo scelto dalla Lega, qui a Imola all’opposizione, per provare a esportare l’alleanza gialloverde da Roma alle sponde del Santerno.

«Negli anni il Sap ha avuto eletti in Parlamento nelle file di Idv, Forza Italia, Rifondazione comunista e Lega. Persone con appartenenze politiche diverse. Etichettare il Sindacato come di una certa area è sbagliato e fuorviante».

Si ritrova nelle idee del Movimento 5 stelle?

«Se fossi distante dalle loro posizioni, non avrei affrontato questa avventura. Ho le mie idee, ma so bene che se non si lavora in squadra non si va da nessuna parte».

La prima cosa che farà per rendere Imola una città più sicura.

«Vorrei innanzitutto allacciare un rapporto con Questore e Prefetto alzandolo dal livello sindacale a quello politico per ottenere un maggior presidio del territorio. In questo senso, proprio in questi giorni si discute degli algoritmi alla base della presenza delle forze di polizia: sulla carta ci favoriscono, perché dicono che non possono esserci meno di 65 unità, mentre a Imola chiuderemo questo mese a quota 54. Se dovessimo arrivare a ottenere 11 uomini in più, sarebbe un grande risultato».

Con carabinieri e polizia municipale, invece, che rapporto costruirà?

«Attivo e collaborativo. Negli ultimi tempi si è imparato a fare di necessità virtù mettendo da parte gli individualismi per lavorare insieme e fare squadra».

Qual è, per lei, il problema maggiore a Imola quando si parla di sicurezza.

«Tutto ciò che è legato alla microcriminalità e al traffico di stupefacenti. Se, come è avvenuto di recente, qui si sequestrano grossi quantitativi droga, significa che Imola è diventato un luogo di transito. Magari perché viene ritenuta meno controllata rispetto a Bologna».

Come hanno accolto in polizia la sua nomina?

«Guardi, lo ha detto poco fa la sindaca al questore proprio mentre lui si trovava in visita in commissariato. E si è complimentato, così come i colleghi. Loro sperano, con questa nomina, di tornare ai numeri che avevano in passato: tra di loro c’è gente che non riesce a smaltire ferie vecchie di oltre tre anni. Il personale poi è sempre più anziano e sappiamo che, al netto dell’esperienza e delle capacità investigative, per correre dietro a un malvivente 20enne servono forze fresche. Non può farlo uno di 50 anni».