Arresto per tentata estorsione Sferra un pugno e ruba il cellulare "Dammi 40 euro o me lo tengo"

Nei guai un albanese 24enne: beffato da un finto pusher, se la prende con l’amico del tutto ignaro. Prima l’aggressione in via Carducci e poi il ricatto. Ma la polizia organizza una trappola e lo prende.

Arresto per tentata estorsione  Sferra un pugno e ruba il cellulare  "Dammi 40 euro o me lo tengo"

Arresto per tentata estorsione Sferra un pugno e ruba il cellulare "Dammi 40 euro o me lo tengo"

Invece di droga gli avevano rifilato del bicarbonato, che aveva pagato 40 euro. Intenzionato a farsi restituire il denaro, non ha trovato però l’autore della beffa e ha preso di mira un suo amico, rapinandolo del cellulare e mettendo in atto un’estorsione per ridargli il telefonino, al ‘prezzo’ di 40 euro. Ma gli è andata male, perché la polizia ha organizzato una trappola e lo ha arrestato. Arresto convalidato e processo fissato il 23 maggio.

La vicenda è iniziata qualche pomeriggio fa, quando un imolese di 28 anni all’altezza del centro intermedio Carducci si è visto venire incontro un giovane in monopattino - un albanese di 24 anni - che lo ha fermato, sferrandogli un pugno in faccia e facendolo ruzzolare a terra. La vittima era in bicicletta. Poi lo straniero gli ha tirato anche un calcio, strappandogli di mano il cellulare: "Tu mi devi dare 40 euro", ha intimato alla vittima ancora sull’asfalto. Quindi se ne è andato con il monopattino, mentre la vittima, del tutto ignara delle motivazioni della richiesta di quei 40 euro, ha inforcato la bicicletta, cercando di prendere il suo aggressore. Il quale ha fatto perdere le proprie tracce. La vittima è però riuscita nel mentre a contattare la polizia, riferendo quanto era accaduto e descrivendo il suo aggressore.

La polizia si è così messa alla ricerca del rapinatore, il quale, rovistando nella rubrica del cellulare rapinato, aveva trovato il numero di cellulare della madre, iniziato a tempestarla di messaggi su Messenger, avvisandola che se voleva indietro il cellulare del figlio doveva dargli 40 euro. La vittima a questo punto ha ricontattato la polizia, e insieme hanno architettato la trappola: viene fissato un incontro, intorno alle 22.30, sotto l’abitazione della vittima (la rapina era avvenuta intorno alle 16.30). Nel frattempo, la polizia aveva fotocopiato una banconota da 50 euro con cui il ragazzo rapinato avrebbe pagato l’estortore. L’incontro è avvenuto, sotto gli occhi della polizia che teneva d’occhio i due. Poi, mentre l’albanese se ne stava andando con i soldi, è spuntata dal buio la polizia che lo ha arrestato in flagranza per rapina ed estorsione.

Nelle ore convulse seguite alla rapina, la vittima è riuscita a capire anche le ragioni della richiesta di quel denaro: un suo amico aveva in effetti venduto ‘droga’ all’albanese, ma quella polvere era solo bicarbonato. Lo straniero (con precedenti di polizia per ricettazione e atti osceni) aveva cercato il venditore ma, non trovandolo, aveva preso di mira il suo amico, che non c’entrava nulla con la vicenda.

ma. mar.