Autodromo Imola, l'addio del direttore Marazzi "E' stata una grande avventura"

"Si chiude un periodo esaltante. Cosa dico al mio successore? Facciamoci una chiacchierata …"

Il direttore Roberto Marazzi

Il direttore Roberto Marazzi

Imola, 30 novembre 2020 - Ultimi giorni di lavoro in Autodromo per il direttore Roberto Marazzi, che il 3 dicembre chiuderà ufficialmente la propria esperienza professionale all’Enzo e Dino Ferrari, iniziata a giugno 2018. Una parentesi breve, ma intensa per il 69enne romano, a lungo protagonista nel motorsport e nell’organizzazione di grandi eventi, che quasi certamente non parteciperà alla selezione pubblica per individuare la futura guida operativa del circuito cittadino. Direttore Marazzi, il momento più bello quale è stato? "Di momenti belli ce ne sono stati tanti, non solo il ritorno della Formula 1. Penso alle due edizioni del Mondiale di motocross ospitate, più quella andata a Faenza; ma anche al grande lavoro fatto quest’anno per riprendere l’attività nonostante l’emergenza Covid. A primavera si pensava di dover rimanere chiusi per tutto il 2020, ma abbiamo sempre creduto a una soluzione diversa. Poi, è chiaro, avere di nuovo la Formula 1 è stato esaltante. Un lavoro enorme dal punto di vista organizzativo e gestionale: ci siamo fatti trovare pronti sia come pista che a livello di servizi; e abbiamo ricevuto i complimenti da parte di tutti". E il momento più brutto? "Forse la delusione per le giornate di attività in pista cancellate improvvisamente; e non certo per colpa nostra. Dire ai clienti con le valigie pronte e le macchine caricate sui camion che era stato annullato tutto non è stato facile, senza far fare brutta figura alla città". Che giudizio dà dell’esperienza imolese? "Positivo. È stata esaltante e coinvolgente. Da parte mia, ho messo tutto l’entusiasmo e l’impegno possibili; anche a scapito della salute. Non è stato facile, soprattutto per gli equilibri interni alla città". Oltre alla questione rumore, durante le ultime attività in pista del 2020 ci sono state polemiche anche per il fatto che, nonostante la seconda ondata della pandemia, l’Autodromo non si sia fermato. "Noi ci siamo sempre mossi rispettando i Dpcm e le direttive della Federazione, che consentivano di svolgere attività senza pubblico". A proposito, quanto perde il motorsport senza la presenza dei tifosi sugli spalti? "Nel caso della Formula 1 o della Superbike, molto. I piloti, come i giocatori di calcio, si esaltano con le tribune piene. Per il resto degli eventi l’impatto è differente, in Italia a differenza di altri Paesi europei c’è poca abitudine a seguire dal vivo le cosiddette ‘gare minori’, che in realtà tanto minori non sono". Che cosa farà dal 4 dicembre? "Voglio riposare 15 giorni, sono arrivato in fondo abbastanza ‘esaurito’. Poi valuterò le varie opportunità che si stanno presentando in questo periodo". Non parteciperà alla selezione pubblica per il nuovo direttore? "Non ho ancora deciso, ma penso di no. È giusto che chiuso un periodo se ne apra un altro. Credo di aver lasciato a Imola, sia nella parte politica che negli appassionati, un buon ricordo. Ce l’ho messa tutta, dando importanza e rispetto a chiunque. E quello conta più che cercare di rimanere attaccato alla poltrona". Un consiglio per il suo successore? "Di fare una bella chiacchierata con me…". Un ricordo di Imola che porta via con sé? "La passione delle persone. Il giorno dopo il Gran premio di Formula 1, un uomo non giovanissimo mi ha fermato per strada. Mi ha ringraziato per aver riportato l’Autodromo ‘quello che era una volta’. È stata una bella soddisfazione".