"Ayrton? Mi salutava a ogni Gran Premio"

Va in pensione il commissario del Marshal Team Gilberto Civolani, detto ’Civo’. Cinquant’anni di carriera in pit lane con i campioni

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di Mattia Grandi

L’ultimo atto agonistico dell’anomalo calendario motoristico 2020 dell’Enzo e Dino Ferrari di Imola è coinciso anche con la festa dei commissari del Marshal Team per il congedo del collega Gilberto Civolani. Imolese doc, 75 anni ed ex infermiere, ’Civo’ è uno degli storici componenti del sodalizio operativo di pista colorato di arancione. L’avventura in circuito comincia nel 1971 nello staff infermieristico della Clinica Mobile poi, dal 1986, l’avvio del percorso da commissario e le chiavi della mitica postazione di uscita Pit Lane.

Civolani, il Marshal Team è come una famiglia. Le è piaciuta la sorpresa per il suo secondo pensionamento?

"Una bellissima emozione, non mi aspettavo tutte queste attenzioni. Qualcosa però avevo fiutato nell’aria, ormai sono pratico dell’ambiente. Il gruppo dei commissari della pit lane è davvero molto unito. Desidero ringraziare la dirigenza di Formula Imola, il Marshal Team Imola ed i miei colleghi di postazione".

Lei ha vissuto, da un’angolazione privilegiata, gli anni d’oro del motorismo sulle rive del Santerno. Se le dico Formula Uno cosa le viene in mente?

"Ayrton Senna, con lui avevo un certo feeling. Quando arrivava in Pit Lane ad Imola ero il primo che veniva a salutare domandandomi qualche informazione sulle condizioni della pista". Chissà quanti campioni le sono transitati davanti agli occhi.

"Ho avuto la fortuna di vivere in presa diretta praticamente tutti i Gran Premi di Formula Uno disputati in città. Mansell, Prost, Schumacher, Alboreto e tanti altri. Come addetti ai lavori dobbiamo sempre garantire l’imparzialità senza esternare le nostre preferenze e simpatie. Adesso che sono in pensione però posso confidare che Senna occupava davvero un posto speciale".

E nelle due ruote?

"Ricordo gli incontri con Kenny Roberts, Mamola, Cecotto e, in epoca più recente, Valentino Rossi ma non ho mai avuto una particolare predilezione per nessuno".

L’emozione di rivedere, dopo 14 anni, i bolidi di Formula Uno al Ferrari?

"Moltissima. Il circus è cambiato radicalmente dall’ultima apparizione in Romagna. Le vetture in primis, ma anche tutto l’ambiente intorno. Per non parlare della pandemia che ha segnato ulteriormente il passo con i ricordi. E’ stata comunque una bella esperienza e mi sono trovato bene".

Quindi, a suo avviso, nel 2021 si potrebbe replicare?

"Me lo auguro. La pista ha riscosso il gradimento di tutti i protagonisti e, dal punto di vista gestionale ed organizzativo, la struttura si è fatta trovare pronta".

Cosa le mancherà della sua postazione in Pit Lane ad altezza semaforo verde?

"Ancora non lo so. Sicuramente le giornate ed i ritmi di quegli intensi week end a bordo pista. Cominciamo alle sette del mattino e l’orario serale per rincasare è sempre un’incognita".

Nel Marshal Team c’è un incoraggiante ricambio generazionale. Ha già trovato l’erede a cui lasciare le responsabilità dell’uscita Pit Lane?

"Ci sono tanti bravi giovani nel nostro gruppo ma gli elementi che fanno la differenza sono la passione e la continuità. All’inizio, come tutte le esperienze, c’è entusiasmo. I risultati, però, si raccolgono nel lungo periodo perché il nostro non è un gioco ma un compito molto impegnativo".