Azienda isolata dalla frana, la Fiorentini: "Difficile andare avanti così"

L’azienda, che dà lavoro a 160 persone del territorio, chiede aiuto alle istituzioni "Non possiamo attendere mesi, altrimenti saremo costretti a fare altri ragionamenti"

Il direttore della Fiorentini Spa, Paolo Raffini, assieme ai vigili del fuoco

Il direttore della Fiorentini Spa, Paolo Raffini, assieme ai vigili del fuoco

Imola, 6 giugno 2023 – Case , agriturismi, campi coltivati, allevamenti e aziende agricole. Ma le frane tengono in scacco anche la produttività di un colosso dell’alta vallata del Santerno come la Fiorentini Spa di Piancaldoli al confine tra l’Emilia-Romagna e la Toscana. Una realtà, che dal 1978 è leader italiana ed europea nella progettazione e produzione di macchine per la pulizia industriale, radicata nel territorio fin dai suoi primi vagiti. Una genesi concepita dalla mente illuminata di Osvaldo Fiorentini, geniale imprenditore legato in modo viscerale alla sua terra. E fu proprio lui che, per evitare lo spopolamento della collina e dare un’opportunità ai più giovani, costruì tra le montagne quell’azienda che oggi dà lavoro a 160 persone. Novantatré quelle impiegate nella sede di Piancaldoli.

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Le altre a Castel San Pietro Terme. Senza dimenticare il punto di lavoro a Pietramala e le filiali per le attività commerciali a Milano e Roma. "Siamo preoccupati perché le due grandi frane precipitate, e ancora presenti, sulla SP21 compromettono i collegamenti viabili con il versante romagnolo. Il più significativo per quanto riguarda le ricadute della nostra attività ed i servizi – spiega il direttore Paolo Raffini –. Si tratta di un’arteria strategica perché collega due regioni, due province e due comuni. Disagi enormi per noi e per le comunità che popolano queste zone". Già, una tegola che addensa nuvoloni neri sul cielo sopra a Piancaldoli e Giugnola. Due località a pochi chilometri da Castel del Rio e Firenzuola.

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"I nostri mezzi, per raggiungere lo stabilimento di Castel San Pietro, sono costretti ad imboccare l’autostrada A1 al casello di Firenzuola – continua Raffini –. Un giro assurdo che non ha sostenibilità a livello economico, logistico e di tempistiche. Fare impresa a queste latitudini è già difficoltoso a regime normale, figuriamoci adesso. Noi ci abbiamo messo sempre il cuore. La nostra realtà dà lavoro a tante professionalità del posto ma se il quadro non cambierà alla svelta dovremmo inevitabilmente fare altri ragionamenti". Con il rischio di vedere scappare lontano una ditta d’eccellenza. "La storia della Fiorentini è nata qui ma ora lottiamo per restare. Sono tanti gli interrogativi che frullano in testa – confida Raffini –. Abbiamo messo a disposizione anche la nostra stradina privata della Doccia per evitare l’isolamento completo. Un’arteria adeguata soltanto al passaggio di poche auto non certo quello di camion e tir. Un’alternativa pro-tempore che non deve alimentare alibi per nessuno. Vogliamo vedere ruspe all’opera per ridare speranza alla comunità".