Banca di Imola crede nelle filiali "Punti di riferimento da sostenere"

L’istituto di credito: "Bene i servizi via web, ma sportelli fondamentali per restare vicini ai clienti" . Tamburini: "Collaborazione e consulenza professionale grazie all’impegno dei nostri collaboratori"

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"Essere sempre più vicini ai nostri clienti, continuando a offrire loro il riferimento fisico dello sportello, insieme a moderni ed efficaci servizi via web". È un "impegno strategico" quello assunto da Giovanni Tamburini, presidente della Banca di Imola, che ieri è intervenuto così sulla questione della chiusura delle filiali degli istituti di credito sul territorio. Un fenomeno al quale da tempo si assiste anche nel circondario e in grado di provocare "conseguenze sulle comunità più piccole, sia in termini di disagio che di accesso limitato ai servizi connessi". La disamina di Tamburini parte da un’analisi sull’evoluzione che ha avuto in Italia il numero degli sportelli bancari. "Come ha ricordato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, a fine 1989, poco prima della decisione del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio di liberalizzare l’apertura degli sportelli bancari gli sportelli bancari erano 15.665", ricorda Tamburini. Quella liberalizzazione favorì ovviamente le nuove aperture e a fine 1999, il numero degli sportelli bancari era salito a 27.158, per raggiungere il massimo storico a fine 2008, con 34.139 sportelli. "Da allora, complici le diverse crisi economiche e finanziarie che si sono succedute, il numero degli sportelli si è progressivamente ridotto, fino ad arrivare, a fine dicembre 2021, a 21.650 – prosegue Tamburini –. Nonostante questo calo molto significativo, tuttora in corso, il numero degli sportelli operativi è oggi ancora ben superiore a quello pre-liberalizzazione (+38,2%)".

Secondo il presidente della Banca di Imola, le cause di questo trend sono "molteplici" e "correlate allo stato di salute dell’economia dei diversi territori". Il tutto senza dimenticare le tante aggregazioni tra gruppi degli ultimi anni, nonché lo "straordinario sviluppo di nuove tecnologie, che progressivamente portano molti clienti a privilegiare l’home banking per lo svolgimento dei servizi bancari tradizionali". In questo quadro, Tamburini mette in evidenza il ruolo delle cosiddette ‘banche del territorio’, quale appunto quella da lui presieduta. "Per noi lo sportello non è solo lo spazio fisico per svolgere i tradizionali servizi bancari, ma è un punto di riferimento fondamentale nel rapporto sempre più stretto con la nostra clientela", avverte il presidente della Banca di Imola. Una clientela che, "oltre ad avere la possibilità di scegliere le modalità che ritiene più comode per ricevere i servizi bancari – aggiunge Tamburini –, trova nello sportello collaborazione e consulenza professionale da parte dei nostri collaboratori". In altre parole, "per noi lo sportello è più un investimento, che un centro di costo da razionalizzare – conclude –. Lo testimonia la presenza capillare di Banca di Imola, con i dieci sportelli di Imola, due ciascuno nei Comuni di Castel San Pietro, Castel Guelfo e Mordano, oltre a quelli di Casalfiumanese e Toscanella, cui si aggiunge l’Atm di Dozza. E le sinergie con la capogruppo La Cassa di Ravenna, che gestisce lo sportello di Medicina, consentono una copertura completa del territorio".