Bancarotta: due anni a padre e figlio

Condannati in qualità di amministratori della Programmcasa cooperativa, dichiarata fallita nel 2014

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di Federica Orlandi

Condannati a due anni per bancarotta fraudolenta, della loro azienda che fu dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna nell’aprile del 2014. Si tratta della Programmcasa cooperativa edificatrice, amministrata da una famiglia di imolesi.

A processo sono finiti infatti R. M. e il figlio M., rispettivamente di 85 e 56 anni, assieme ad A. G., moglie e madre dei due, di 82 anni. Quest’ultima è stata assolta da tutti i capi d’imputazione con formula piena. Padre e figlio invece sono stati condannati a due anni. Quattro i capi d’imputazione di cui i tre dovevano rispondere a vario titolo: uno è caduto in prescrizione, quindi il padre è stato condannato per due (assolto da un terzo) e il figlio soltanto per uno.

Il padre è stato assolto dall’accusa di avere distratto pochi giorni prima della sentenza del tribunale che dichiarava il fallimento dell’azienda, circa quattromila euro con vari prelievi dal conto intestato alla società e poi assegni bancari in cassa per altri 23.642 euro; è caduto invece in prescrizione il capo di cui dovevano rispondere marito e moglie inerente la bancarotta semplice aggravata dal fatto che i due amministratori non avessero presentato richiesta di fallimento per la loro società prima del 2014, quando questa navigava già in cattive acque da anni ed era insolvente almeno dal 2007, cioè ben sette anni prima.

Il solo ottantacinquenne, alla fine, è stato condannato per avere trattenuto libri e scritture contabili così da non permettere al curatore fallimentare nominato dal tribunale di risalire ai movimenti d’affari e alla ricostruzione del patrimonio della società; assieme anche al figlio, invece, per la bancarotta fraudolenta in concorso, avendo distratto secondo l’accusa diversi immobili a Calderara di Reno, in provincia di Bologna, riferiti alla società, per un valore totale di 189mila euro, di cui 138mila da pagare mediante mutuo da parte del figlio assegnatario.

La sospensione condizionale della pena è stata concessa soltanto all’anziano padre ottuagenario; le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni.

A difendere tutti e tre gli imputati è stato l’avvocato Marco Sciascio, assieme al collega Alessandro Martinuzzi.

I legali, pur attendendo le motivazioni del giudice, già anticipano l’intenzione di fare appello alla sentenza per i due clienti condannati.