Bar Noir chiuso, arrivano le telecamere

I gestori della pasticceria: "Siamo in attesa delle autorizzazioni, poi le installeremo". Il locale ’sospeso’ dal questore per 15 giorni

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"Installeremo le telecamere. Abbiamo presentato la domanda a luglio, ma l’autorizzazione non è ancora arrivata. Quando arriverà, le installeremo. Vogliamo voltare pagina e, appena possibile, tornare a lavorare". Camilla Vollaro, titolare del bar Noir chiuso per 15 giorni dal questore di Bologna, vuole chiudere in fretta in caso che ha visto coinvolto il suo locale, l’unico bar-pasticceria aperto 24 ore su 24 della città.

"Noi siamo aperti da 7 anni, non abbiamo mai avuto problemi – spiega – né abbiamo mai avuto bisogno di mettere le telecamere. Poi, però, abbiamo fatto la richiesta per tutelarmi, ma stiamo ancora aspettando l’autorizzazione perché l’iter è in corso. L’abbiamo presentata a luglio, aspettiamo la risposta dal Dipartimento del lavoro di Bologna. Quello che però ci tengo a precisare è che il nostro non è un locale dove succedono le risse. Noi restiamo aperti 24 ore su 24, la gente viene a mangiare dopo che è stata in giro, forniamo un servizio. Non è giusto che la nostra immagine venga penalizzata, qui lavorano 15 persone".

L’amarezza per una decisione ritenuta ingiusta non cancella la voglia di ripartire: "Se c’è gente in giro poco raccomandabile che si comporta male – aggiunge Camilla Vollaro – mica è colpa nostra. Dovrebbero essere altri a provvedere. Non è giusto penalizzare noi. Non appena potremo riaprire lo faremo e, se sarà necessario, ridurremo l’orario. Cos’altro possiamo fare?".

Il provvedimento del questore è arrivato dopo che una decina di giorni fa c’è stata una lite fra stranieri iniziata dentro il locale ma che poi si è trasferita fuori, dove uno dei due contendenti ha preso l’auto e ha travolto di tutto, facendo volare in aria un paio di bidoni della spazzatura e coinvolgendo anche alcuni ignari avventori, feriti in modo non grave.

Prima di quel fatto, nell’ultimo anno erano accaduti altri due episodi finiti all’attenzione della polizia: a maggio e ad agosto. A maggio, secondo la polizia, un cliente era stato aggredito da alcuni giovani poi fuggiti, mentre ad agosto era stato aggredito un anziano. Per la titolare, in realtà, si era trattato di banali "liti finite lì".

Dopo l’episodio di maggio, comunque, il commissariato aveva invitato i gestori del locale ad attuare alcuni accorgimenti utili a scoraggiare altri fatti simili e, soprattutto, ad aiutare le forze dell’ordine nelle indagini successive ad eventuali atti di violenza.

E proprio da lì era partita la richiesta del bar Noir per le telecamere, tuttora pendente davanti al Dipartimento del lavoro di Bologna. Autorizzazione che non è arrivata in tempo per filmare i protagonisti del parapiglia di dieci giorni fa. Proprio il caos di quella notte è alla centro del provvedimento del questore preso sulla base dell’articolo 10 del Tulps, il quale viene applicato in caso di "tumulti o gravi disordini",o "qualora il locale sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose". Oppure, ancora, se il comportamento, recita la legge, costituisca "un pericolo per l’ordine pubblico".

Dal commissariato filtra che, dopo l’aggressione, c’era la necessità di dare un segnale forte che avesse la funzione di deterrente. Nessuna volontà di penalizzare i titolari, dunque, di cui anzi il commissariato sottolinea la volontà (apprezzata) di installare le telecamere. Burocrazia permettendo.

Gilberto Dondi