Bio-on, spiraglio per la cassa integrazione

I sindacati sono ottimisti: "Chiederemo che la copertura dei dipendenti dell’azienda fallita possa essere prolungata sino a fine anno"

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Si sblocca la partita di Bio-on sul fronte degli ammortizzatori. O, almeno, questa è la speranza di sindacati e procedura. Nei prossimi giorni partirà la richiesta di rinnovo della copertura, fino a fine anno, per i dipendenti di Bio-on Plants e di Bio-on Spa. Sembrano quindi aver avuto buon fine le interlocuzioni con l’Inps sulle vie per garantire gli ammortizzatori ai lavoratori (poco più di venti) ancora in forze all’ex Unicorno della bioplastica, fallito a fine 2019 e con gli ex vertici al centro di un’inchiesta per manipolazione del mercato e false comunicazioni sociali.

La novità è arrivata ieri, nel corso di un incontro fra procedura (presente il curatore Antonio Gaiani), sindacati e istituzioni. "I primi pareri degli organi preposti ci fanno essere ottimisti: avvieremo i percorsi previsti dalla normativa che ci porteranno alla sigla dei verbali congiunti per la richiesta degli ammortizzatori", spiega Vittorio Caleffi, della Uiltec. Ma ieri si è parlato anche di come trovare un futuro a un’azienda che, prima di essere coinvolta nel crac in Borsa seguito al report di Quintessential che la definiva una ‘Parmalat bolognese’, era arrivata a capitalizzare oltre un miliardo a Piazza Affari. Un passato che stride con l’attualità: il complesso andrà all’asta in Tribunale il 27 ottobre per 54,5 milioni, dopo che le prime due aste (a 95 e a 72,5 milioni) sono andate deserte nei mesi scorsi. Le istituzioni locali hanno assicurato il loro impegno: "Attiveranno i loro canali per sensibilizzare il tessuto imprenditoriale locale sulla salvaguardia di questo progetto innovativo di ricerca, il cui mantenimento sul territorio regionale diventa una priorità", spiega Caleffi.

Un impegno confermato dal sindaco di Castel San Pietro Terme Fausto Tinti: "Da parte di tutti c’è disponibilità nel lavorare con attenzione sulle possibili vie di recupero del valore dell’impresa – assicura –. Bisogna lavorare insieme con più intensità per far sì che ci siano possibilità di concretizzare le manifestazioni d’interesse". I curatori, dal canto loro, mantengono l’impegno a lavorare per trovare una soluzione che garantisca l’integrità dell’azienda sul territorio. Ma potrebbero valutare la fattibilità di un affitto di ramo d’azienda nel caso arrivasse una proposta valida. Intanto però si guarda all’asta del 27 ottobre. Soddisfatta, per lo sblocco della partita degli ammortizzatori e per l’andamento del tavolo, Assunta Marseglia della Femca Cisl: "Spero che quest’asta dia dei frutti. Ma intanto tutti ci stanno mettendo la loro parte per trovare delle soluzioni".

r. r.