FRANCESCA PRADELLI
Cronaca

Camminata in ricordo di Giulia, oltre cento imolesi in strada: "Siamo stanche di avere paura"

L’iniziativa organizzata dal ’Collettivo Isterica’ in memoria della studendessa e di tutte le donne uccise. "Occorre un’educazione diversa per gli uomini. Questa è un’emergenza sociale sempre più grave"

Camminata in ricordo di Giulia Cecchettin (nel tondo), oltre cento imolesi in strada

Camminata in ricordo di Giulia Cecchettin (nel tondo), oltre cento imolesi in strada

Imola, 20 novembre 2023 – Rabbia, dolore e dispiacere. Ma anche tanta voglia di cambiamenti. Questi sono i sentimenti che riecheggiano durante la camminata che si è svolta ieri sera, contro la violenza maschile nei confronti delle donne, a Imola e che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone.

Organizzata dal ’Collettivo Isterica’, l’iniziativa nasce per esprimere l’orrore scatenato dal ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchin sabato 18 novembre, ma non solo. Il corpo senza vita della giovane è stato ritrovato in un canalone nei pressi del lago di Barcis in provincia di Pordenone in Friuli Venezia Giulia. La ragazza colpita con diverse coltellate nella parte alta del corpo tra cui il collo. Ieri mattina l’autore dell’omicidio, l’ex fidanzato Filippo Turetta, è stato arrestato in Germania.

La studentessa ventiduenne che si doveva laureare il giorno dopo la sua sparizione, è la vittima numero 105 per mano di un uomo dall’inizio del 2023 e per molti ciò rappresenta un segnale di una problematica sociale e culturale sempre più evidente.

Alla partenza dalla Rocca, con una camminata che è giunta fino all’Orologio, le organizzatrici non si sono risparmiate. Il collettivo ha infatti rilasciato una dichiarazione che vuole presentare all’unisono.

"Ci siamo stancate di aver paura. Ogni caso è diverso dall’altro, la copertura mediatica non è la stessa. Però è una copertura mediatica sempre sbagliata nell’uso delle parole, nel modo in cui le notizie vengono date. È una narrativa che tende a presentare l’assassino come bravo ragazzo, quando per noi era evidente. Siamo stanchi di questa narrazione romanticizzata. La richiesta che avanziamo è quella di non guardare quello che facciamo noi donne, ma di preoccuparsi, piuttosto, di quale educazione ricevono gli uomini. Come sono, chi sono, questi bravi ragazzi?". La domanda non arriva a caso. Riprende la sottolineatura di Emanuele Compagno, avvocato difensore di Turetta: "Un ragazzo buono che le voleva bene e le faceva i biscotti".

Tra gli striscioni e i cartelli uno grida più forte degli altri: "Se domani tocca a me voglio essere l’ultima". Una frase potente che riprende la poesia di Cristina Torre Càceres e che sottolinea la necessità di un’educazione e una cultura per una società senza più donne uccise.