
L’azienda, una decina di anni fa, finì al centro di un’indagine per l’adulterazione dei semilavorati con un maxisequestro da 28 milioni
Il Tribunale di Bologna ha decretato l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale di Cantine Brusa, storica azienda di Toscanella di Dozza (Bologna) con una storia risalente al 1888 e specializzata nella lavorazione e trasformazione di mosti d’uva in mosti e succhi concentrati.
L’azienda, che fino a pochi mesi fa occupava una quarantina di dipendenti, aveva presentato istanza di accesso alla composizione negoziata della crisi a dicembre, per far fronte alla pesante situazione su cui ha inciso il mancato sviluppo, nei termini previsti, del piano di concordato avviato nel 2016.
Come esperto era stato nominato il commercialista Renato Santini, il cui mandato è scaduto il 10 giugno quando, realizzata l’impossibilità di realizzare il piano di composizione negoziata del debito, l’azienda ha deciso di portare i libri in Tribunale.
I dipendenti, che avevano ricevuto la cassa integrazione fino a gennaio, sono una trentina e non ricevono più nulla da febbraio.
Ora si attende l’incontro col ministero del Lavoro per sbloccare la cassa per cessazione, ma la procedura potrebbe richiedere altri mesi.
"L’azienda non è mai stata onesta nei nostri confronti né in quelli dei lavoratori. E siamo preoccupati che la cassa possa non essere approvata", dichiara Roxana Vlad, della Fai Cisl. Alcuni mesi fa Cantine Brusa è stata oggetto anche di un accesso della Guardia di finanza, che avrebbe portato all’acquisizione di documenti. Ci sarebbe un’attività della Procura di Bologna, attualmente in corso. Le difficoltà dell’azienda risalgono al 2015, quando Cantine Brusa finì al centro di un’inchiesta per l’adulterazione dei semilavorati. Da lì la crisi dopo un maxi sequestro da 28 milioni di euro: l’ipotesi era che venisse immesso in commercio prodotto adulterato, nonostante l’azienda sia nota per lavorare oltre al vino anche succhi, concentrati e rettificati. A finire sotto sequestro fu un magazzino con 310mila ettolitri tra mosti, vini e succhi d’uva contenuti in 120 serbatoi e tre cisterne cariche di 900 quintali di zucchero liquido.
red. cro.