Investito dai banditi a Mordano. "Un tonfo fortissimo, il carabiniere era a terra"

Matilde Testa, tra i primi a soccorrere il ferito, racconta quei momenti drammatici: "Ecco come lo abbiamo aiutato"

Matilde Testa e il marito Leo Panizza indicano il punto dell’impatto

Matilde Testa e il marito Leo Panizza indicano il punto dell’impatto

Imola, 1 luglio 2020 - Matilde aveva gli occhi aperti quella notte, come se già sapesse che di lì a poco qualcosa sarebbe successo. L’alt urlato a gran voce, le gomme che stridono e l’urto violento del corpo dell’appuntato scelto dei carabinieri contro l’auto dei fuggitivi. Tutti suoni dall’altra sera saldamente impressi nella sua memoria. E’ stata lei, Matilde Testa, assieme al marito, Leo Panizza – e ovviamente al collega del militare – a soccorrere il carabiniere investito dai banditi a Mordano. La casa dei coniugi si affaccia infatti sul luogo del misfatto, in via Ponte. "Non ho visto nulla, ma ho percepito distintamente cosa stesse succedendo – racconta –. Prima una grande concitazione, poi ho sentito l’appuntato scendere dall’auto e intimare ai fuggitivi di fermarsi. E’ a quel punto che la situazione è precipitata: ho udito una forte sgommata di una macchina in partenza. Poi l’urto".

Matilde descrive il momento in cui il veicolo ha impattato contro il carabiniere come "un botto fortissimo, che sicuramente ha svegliato tutto il quartiere, seguito dall’urlo di dolore del militare travolto". E’ in quel momento che si sveglia anche il marito Luca. I due si affacciano alla finestra e vedono l’appuntato scelto e il collega che lo soccorre. La donna e il coniuge, entrambi volontari della Protezione civile, e quindi decisamente istruiti sulle tecniche di primo soccorso si sono dati subito da fare. Lei è corsa in bagno a prendere degli asciugamani bagnati per tamponare le ferite. Lui nel frattempo, sceso in strada, ha riconsegnato all’altro carabiniere la pistola del collega, volata via nell’impatto.

«L’appuntato scelto aveva grosse ferite alla testa che ho subito tamponato per non fargli perdere troppo sangue – prosegue la donna –, è rimasto cosciente tutto il tempo, ma aveva un grande dolore anche alla spalla che abbiamo deciso di immobilizzargli. E’ stato fortunato, perché, sbalzato dall’impatto ha rischiato anche di finire contro un muretto".

E aggiunge : "Era coperto di sangue, in quel momento non ho capito chi fosse, ma dopo un po’ l’ho riconosciuto: aveva lavorato qui a Mordano per anni". La soccorritrice fa parte anche dell’Associazione Calcistica giovanile di Mordano, pertanto ha le chiavi del campo da gioco, un dettaglio che si è rivelato fondamentale per un rapido trasporto dell’uomo ferito all’ospedale. "Ho pensato di accendere le luci dello stadio, in modo da facilitare l’atterraggio dell’elisoccorso nel buio della notte". E così è stato, il mezzo giallo del 118 è riuscito a caricare il carabiniere senza problemi e a ripartire alla volta dell’ospedale Maggiore di Bologna.

Una vicenda che avrebbe potuto avere dei risvolti tragici per il militare 48enne, ma che alla fine si è risolta nel migliore dei modi, grazie anche all’intervento di due cittadini, che hanno fatto dell’aiutare gli altri il loro pane quotidiano.