Caro bollette: "Sport travolto da costi e quarantene"

Il coro dei gestori di palestre, piscine e palazzetti: "La nostra clientela si è ridotta con la variante Omicron e i guadagni si assottigliano"

Paola Lanzon della piscina Ortignola

Paola Lanzon della piscina Ortignola

Imola, 24 gennaio 2022 - Sport travolto dalla pandemia dei costi. Lo spettro del caro bolletta spaventa i gestori di palestre piscine e palazzetti, persino più delle regole e dell’entrata in vigore del Super Green pass per accedere alle strutture. Certo, le perplessità tra la clientela si sprecano: "Io non ho ancora fatto la terza dose, il mio ‘passaporto verde’ funzionerà lo stesso?". Queste e tante altre simili domande sono quelle che si sente rivolgere Paola Lanzon, amministratrice di Deai e SportUp all’Ortignola. "I dubbi sono tanti, ma per noi effettivamente cambia molto poco – spiega –, rimarrà il tornello posizionato all’ingresso, con controllo mascherina e Green pass oltre alla misurazione delle temperatura". Strutture ben allenate su questo frangente: altrettanto accade alla piscina e al palazzetto del Ruggi, come nella palestra Buena Vida, dove il responsabile, Massimo Solaroli già chiede il Green pass rafforzato da dicembre. "L’ho fatto per sondare il terreno – spiega –. Ovviamente consentendo di entrare anche a coloro che avevano quello base. Questo per avere un banco di prova". Il risultato? "Un grande cambiamento non l’ho visto in materia di ingressi a causa di controlli, ma a livello generale la clientela si è ridotta quasi della metà". Per Solaroli in parte il problema dipende "da tanti che con i lockdown si sono dotati di attrezzi casalinghi", ma in scala più grande, il nodo, secondo tutti i gestori, "deriva sicuramente dalle tante persone in quarantena". Sì, proprio la contagiosa variante Omicron che costringe a casa tanti imolesi sta decisamente assottigliando i guadagni di tutti, anche perché "i costi degli affitti stanno tornando a livelli normali". E qui si apre il capitolo più preoccupante: quello del caro bolletta. "I costi sono lievitati, senza dubbio, almeno del 30% – analizza Lorenzo Muscari, numero uno del Ruggi –. Su un impianto come il nostro prevedo aumenti a causa del prezzo dell’energia di almeno centomila euro. Le prime bollette choc sono già arrivate, senza considerare che molte società hanno temporaneamente abbandonato qualche corsia per la carenza di iscritti o troppe quarantene". Su questo punto, Lanzon, invoca una mano sulla coscienza da parte degli amministratori locali: "Tanti Comuni hanno riconosciuto i costi incomprimibili degli impianti anche quando erano chiusi (manutenzione ed energia o assicurazione obbligatoria per gli stabili). Tanti altri hanno rivisto il proprio piano economico-finanziario riconsiderando il problema delle capienze, attualmente dimezzato. Lo sport – conclude – è un veicolo sociale e un servizio che incide sulla salute, con anche importanti ricadute psicologiche, mi auguro che con i buoni propositi per questo settore lanciati in campagna elettorale non rimangano fermi a oltre un anno fa".