"Caro-energia, piscine a rischio sopravvivenza"

I fondi regionali non bastano ad alleviare le difficoltà dell’impianto Gualandi. Lanzon: "Ora il Comune faccia la sua parte"

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C’è anche la Deai, alla guida della piscina dell’impianto sportivo ‘E. Gualandi’ di Imola, tra i destinatari del ristoro che la Regione ha stanziato per supportare i gestori delle vasche natatorie al coperto. Attività colpite dal lungo fermo pandemico che hanno registrato un calo di fatturato superiore al 30% nel 2021 rispetto al 2019. Così in via Ortignola arriveranno poco più di 15mila euro. "Meglio di niente ma negli 11 mesi di chiusura forzata a causa del Covid abbiamo avuto costi incomprimibili per 273mila euro – puntualizza Paola Lanzon, al timone della società di gestione del plesso –. Utenze, manutenzione, assicurazioni obbligatorie e una parte della cassa integrazione relativa ai nostri dipendenti. Spese che nessuno ci ha mai ristorato".

La Regione aveva erogato mesi fa un altro contributo di 9mila euro. Due gocce nel mare. Ai danni da Covid si aggiungono oggi i rincari energetici più che triplicati nel parallelo tra la bolletta di agosto 2021 e quella di quest’anno. Con l’impianto chiuso. "Dai 6mila ai 22mila euro di energia elettrica – continua –. Sono arrabbiata con il governo. E siamo ancora in attesa, ad oggi, dei contributi annunciati dal Comune. Comprendo le loro difficoltà ma c’è una filiera di responsabilità. Ognuno deve fare la propria parte. Noi siamo sempre disponibili per fare un fronte unico insieme al municipio ed avanzare le richieste alle massime istituzioni". Non solo. "In città ci sono due impianti natatori coperti. Uno è tutelato a tutto tondo. L’altro, quello dell’Ortignola, fino ad ora si è fatto carico di tutto in completa solitudine – sbotta la Lanzon –. Ho letto e apprezzato le parole dell’assessore al bilancio Castellari che ha preannunciato il supporto dell’ente a quei soggetti che gestiscono servizi pubblici per conto del Comune".

E ancora: "Risorse straordinarie provenienti, come ha dichiarato, dal fondo di riserva del Comune accantonato per fronteggiare la piaga degli aumenti energetici – prosegue –. Non conosciamo però importi e data di elargizione. Adesso servono i fatti". Diversi municipi, in questi ultimi tempi, sono intervenuti a sostegno delle gestioni per mantenere aperti i servizi ai cittadini. Intanto la quotidianità si vive in trincea. "Ma non abbiamo snaturato la nostra proposta. Ritoccate leggermente le tariffe ma ampliati i servizi a disposizione dell’utenza – conclude la Lanzon –. Una politica fatta per le famiglie. Con l’abbonamento del nuoto libero si potrà accedere anche alla sala pesi e viceversa. Poi un occhio di riguardo ai più piccoli". Non ha preso parte al bando, invece, Geimsdue che gestisce la piscina comunale Ruggi. "La partecipazione era indirizzata più che altro alle società sportive impegnate a gestire gli impianti natatori – ammette il direttore Lorenzo Muscari –. Precisi codici Ateco che, di fatto, non collimavano con i titoli in possesso. I nostri parametri sono comunque riconducibili ad una realtà di gestione pura". Ma le preoccupazioni non cambiano. "La proiezione futura delinea costi delle utenze triplicati. Le nostre tariffe sono imposte dal Comune e non ci sono margini imprenditoriali – chiosa –. Soluzioni? Un’idea potrebbe essere quella di tenere in funzione un solo impianto in città. Un modo per convogliare sotto lo stesso tetto le competenze ed abbattere gli oneri. Il momento è davvero delicato per la sopravvivenza di tutti".

Mattia Grandi