
"Al di là di chi ha tagliato il traguardo per primo, a vincere la Carrera quest’anno è stata la sportività, e non c’è niente che mi renda più orgoglioso in quello che per me è stato l’ultimo anno da presidente". Andrea Vallisi riesce a nascondere l’emozione per quella che considera la sua ultima volta nel ruolo apicale dell’Associazione Club Carrera ("Lascio il posto ad altri, non so se ci sarà un altro matto come me, ma di sicuro come ho sempre detto a far la Carrera sono e saranno sempre i team, non i singoli uomini"), ma quello che invece non nasconde di certo è la soddisfazione per aver condotto in porto un’edizione, la 69esima della Carrera, che è forse quella che gli è piaciuta più di ogni altra.
"Ci sono tante belle storie da raccontare, in questa edizione. Storie di sport, ma soprattutto di sportività, di mani tese. Penso al Cavedano che dopo le vicissitudini di questa estate è partita in numero minimo, in quattro, e ha perso un uomo dopo la Coppa Terme. Ecco, se non ci fosse stato un team disposto a cedere uno spingitore (l’Ov, ndr), non avrebbero potuto per regolamento gareggiare al pomeriggio. Questa è davvero la più bella delle vittorie", sospira, soffermandosi poi sull’andamento delle gare.
"Sia nel femminile che nel maschile ci sono state al pomeriggio battaglie all’ultima curva, sorpassi e controsorpassi, ma sempre stando dentro i limiti del regolamento, e questo vale sia per la testa che per la coda dei gruppi. Non tutte le Carrera sono state così. Ci sono anni in cui ne sono uscito a pezzi, umanamente deluso. Ecco, la Carrera di quest’anno mi ha ripagato di alcune amarezze che faticavo a buttarmi alle spalle".
E se sull’uomo dell’anno, anzi del ‘secolo’, Vallisi non ha dubbi ("Lelli coi suoi 47 anni e un’altra Carrera vinta col Coyote è il più forte carrerista di sempre, ha fatto un piccolo errore in partenza quest’anno, ma poi la gara l’ha vinta quasi da solo"), molte certezze il Presidente dell’ACC le ha anche sulla Carrera che verrà, e verrà senza di lui.
"Il mio invito è quello che i team comincino da subito a lavorare per la settantesima edizione, che sarà ovviamente di enorme importanza. Serve qualcosa di speciale". Il sogno infranto di Vallisi è una Carrera Rosa più ‘affollata’, "ma visto lo spettacolo offerto anche quest’anno dalle ragazze, speriamo questo sia di richiamo per la formazione di altri team il prossimo anno". Infine, un’altra speranza: "Che torni il prossimo anno a correre la Mora, che è la storia di questa manifestazione. E che con lei, si formino nuovi team, nuovi di zecca, non secondi team. Solo così la Carrera potrà crescere negli anni".
Claudio Bolognesi