
Pienone a Casale per Messner (. foto di Andrea Conti)
"Nella vita ho fatto qualcosa di semplice. Avevo idee chiare, che ho trasformato in progetti". Per Reinhold Messner, leggenda dell’alpinismo, "la gioia si conquista, senza preoccuparsi di ciò che è utile e ciò che non lo è". Piazza Cavalli è al completo per la prima serata di Casale Cineforum, il pubblico si assiepa ovunque. E Messner ricambia con un ritratto intimo e personale. Anche quando parla della morte del fratello Günther durante la spedizione sul Nanga Parbat. Alcuni accusarono Reinhold di averlo abbandonato per raggiungere la vetta da solo. "Nessuno si è scusato quando è stato ritrovato il corpo e la scienza ha chiarito che non fosse colpa mia", racconta. Cercando il fratello disperso, perse sette dita dei piedi a causa dei congelamenti. "Non potevo più arrampicare come prima - prosegue - è venuto meno l’entusiasmo ma mi sono concentrato sulle montagne alte e ho trovato il mio stile: leggero ed elegante". Non ama, però, la definizione ‘re degli ottomila’, perché la sua, più che una conquista, è una forma d’arte. Anche perché le montagne non vanno conquistate. "Devono rimanere selvagge - sottolinea - Il rispetto per il territorio cresce solo se i giovani hanno la possibilità di viverlo, magari mettendo da parte gli schermi per un paio di ore al giorno". Kalipè, oltre a essere il titolo dell’ultimo libro, è la sua filosofia: "Sempre con il passo lento", in tibetano. Dopo l’incontro, allestito in collaborazione con il Cai Imola e moderato da Carlo Machirelli e Roberto Paoletti, è stato proiettato il film "La vetta degli dei". "Una piazza stracolma e una grandissima emozione. La mia gratitudine – ha detto il consigliere regionale Fabrizio Castellari – è rivolta alla pro loco di Casalfiumanese, al presidente Roberto Alpi, ad Emanuele Alpi e alla sindaca Beatrice Poli".
Amalia Apicella