Case popolari, 50 famiglie verso il trasloco

Partiranno in estate i lavori negli alloggi pubblici nelle vie Galilei e Callegherie. Comune e Acer preparano i trasferimenti temporanei

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di Enrico Agnessi

Partirà in estate il maxi-progetto di riqualificazione di 113 alloggi pubblici tra le vie Galilei (quartiere Marconi), Callegherie (centro storico) e Puccini (Pedagna), annunciato nelle scorse settimane dal Comune. Il piano, finanziato con 11,6 milioni del Pnrr, comporterà il trasloco temporaneo di oltre cinquanta famiglie (non quelle di via Puccini) che verranno indirizzate in altri alloggi Acer tra i quartieri Pedagna, Marconi e Zolino.

In particolare, per quanto riguarda via Galilei (civici 1-3-5-7), è previsto un progetto di efficientamento energetico verso classe ‘Zero emissioni’ e di miglioramento antisismico molto innovativo, con anche l’abbattimento delle barriere architettoniche, più una riqualificazione legata alle aree esterne. L’intervento, finanziato con 7,2 milioni, riguarda 42 alloggi ed è arrivato primo in Emilia-Romagna per qualità progettuale.

In questo caso, come spiegato ieri in commissione consiliare dai tecnici di Acer, il trasloco dei residenti sarà scaglionato. Previsti infatti periodi diversificati sia per l’uscita che per il rientro negli appartamenti. Si parte in estate, per poi andare avanti con la seconda tranche di trasferimenti nell’autunno del 2023 e completare il tutto ad aprile 2024. I lavori, compreso il collaudo, dovranno essere comunque completati entro gennaio 2026.

Sono invece 14 le famiglie che, tra la fine del 2022 e il 2023, lasceranno temporaneamente la propria abitazione in via Callegherie (civico 15), in pieno centro storico. In questo caso, l’investimento è di 1 milione e 950mila euro. In programma lavori di miglioramento sismico ed energetico, con il salto di almeno due classi. Come già accennato, nessun trasloco si renderà infine necessario per portare avanti i lavori di efficientamento e sostenibilità ambientale negli alloggi Erp di via Puccini, in Pedagna: 57 alloggi in totale, per un investimento di due milioni e 450mila euro.

"Le famiglie sono state coinvolte in un percorso che non le facesse sentire semplici oggetti – rivendica l’assessora alle Politiche sociali, Daniela Spadoni –. Abbiamo lavorato bene assieme ad Acer e Asp: i residenti si sono trovati davanti tre enti sulla stessa lunghezza d’onda. Bisognava fare un lavoro di questo genere per dimostrare che la città non imponeva un cambiamento nella loro esistenza solo per agguantare i fondi del Pnrr, ma chiedeva collaborazione per programmare insieme il futuro di Imola".

Dai banchi dell’opposizione, il centrodestra annuncia che vigilerà sull’operato del Comune. "Ci auguriamo che i trasferimenti dei nuclei familiari, attualmente alloggiati negli appartamenti che saranno oggetto di interventi, non rallentino in futuro le assegnazioni dei tantissimi cittadini che attendono una casa popolare – avverte il leghista Daniele Marchetti –. In commissione abbiamo ricevuto qualche rassicurazione, ma vigileremo. Mi sono sentito comunque in dovere, per l’ennesima volta, di chiedere un maggior coinvolgimento delle commissioni sui progetti in fase di elaborazione in vista della candidatura ai fondi Pnrr. Apprendere sempre tutto a cose già fatte è abbastanza avvilente per il nostro ruolo".

Attenzione alta anche da parte di Fratelli d’Italia. "Le famiglie non devono sentirsi abbandonate dalla pubblica amministrazione, che deve rimanere al loro servizio, all’ascolto delle esigenze di ogni singolo individuo, specie in riferimento ai minori – sottolineano Nicolas Vacchi e Maria Teresa Merli –. Corre poi l’obbligo di ricordare che le somme del Pnrr non pioveranno dal cielo, ma sono il frutto prezioso dei contributi di ciascun contribuente. È necessario un atto collettivo di responsabilità per non spendere male queste risorse".