Case popolari Imola, 15 alloggi in vendita

L’assessora Spadoni: "La gestione di quegli immobili è troppo onerosa. Pronti a intervenire per sostenere le famiglie"

Daniela Spadoni, assessora alle Politiche sociali e abitative

Daniela Spadoni, assessora alle Politiche sociali e abitative

Imola, 5 agosto 2022 - Il Comune rimette in vendita una (piccola) parte del proprio patrimonio di edilizia residenziale pubblica. L’obiettivo è quello di garantirsi le risorse necessarie a portare avanti i lavori di riqualificazione di un complesso di immobili, tanto vasto quanto datato, che in totale conta ormai 900 appartamenti e 450 tra garage e posti auto. In questa ottica, i tecnici dell’ente di piazza Matteotti hanno selezionato 34 unità immobiliari, suddivise in 15 alloggi e 19 autorimesse, alle quali è stato attribuito un prezzo a base d’asta, stimato con riferimento ai valori di mercato dell’area imolese, da cedere al migliore offerente. Gli edifici si trovano nei quartieri Marconi e Cappuccini.

I prezzi vanno dai 7.600 ai 9.200 per i garage e dai 41mila ai 121mila per gli appartamenti. "Si tratta di immobili all’interno di condomini a proprietà mista, la cui gestione si è dimostrata particolarmente onerosa per il Comune e inadatta ad una razionale gestione dell’Erp – si legge nella delibera di Giunta che dà il via libera all’operazione già approvata anche dalla Città metropolitana di Bologna –, visto il diverso ordine di priorità nella manutenzione straordinaria rispetto ai proprietari privati".

Gli appartamenti sono in larga parte sfitti. Per quelli occupati, ci sarà il diritto di prelazione per gli assegnatari. Questi ultimi, già informati dell’operazione da parte dell’amministrazione comunale, saranno tutelati nel caso in cui non possano o non vogliano provvedere all’acquisto degli alloggi messi in vendita. Come già accennato, le risorse introitate sono vincolate al reinvestimento sul patrimonio di Edilizia residenziale pubblica, nel rispetto di quanto previsto dalla legge regionale in materia. "Si vendono appartamenti in quei condomini nei quali ormai la maggioranza degli abitanti è composta da privati e che per noi sono difficili da amministrare, se non attraverso una gestione molto onerosa – spiega Daniela Spadoni , assessora alle Politiche sociali e Abitative –. È un sistema giustissimo, già testato negli anni passati, che ci permette di disporre di risorse da poter indirizzare su una destinazione specifica".

E così sarà anche questa volta. "Un esempio di dove andranno i fondi? Siamo carenti sul fronte della mobilità: una volta entrato, un assegnatario fa fatica in caso di allargamento della famiglia o di mutate esigenze sanitarie – ricostruisce la Spadoni – . È un punto nevralgico perché la Regione investe molto sulle prime abitazioni, in modo da sopperire alla necessità di completare le assegnazioni in tempi stretti. E così servono risorse per aiutare quei nuclei che, entrati in appartamenti con una camera e un soggiorno, poi si allargano con uno o più figli".