Cassani: "Ho iniziato qui Tornare da ct? Incredibile"

L’ex ciclista pro ripensa al trionfo del ‘68: era lì e aveva appena sette anni "Il Mondiale per Imola deve essere un vanto. Sarà dura, ma quante emozioni"

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di Francesco Moroni

"Che sapore ha per me il Mondiale? Mi viene in mente quando 52 anni fa andai a vedere quello vinto da Adorni... Avevo appena 7 anni". Nel turbinio di emozioni e ricordi che il ritorno del campionato del mondo di ciclismo a Imola può portare, ce n’è uno – se possibile – ancora più intenso degli altri. È quello di Davide Cassani, ct della Nazionale maschile, nato a Faenza. E il suo pensiero va in volata subito verso quell’immagine, vissuta quand’era solo un bambino: il trionfo di Vittorio Adorni nel ‘68.

Un sapore unico, quindi.

"Beh, del tutto particolare. Poter ospitare un Mondiale è sempre un’emozione, rivederlo a Imola è a dir poco stupendo".

E sul circuito? Cosa ci dice?

"È sempre stato la mia palestra. Ho iniziato a pedalare qui da piccolo: tornare da commissario tecnico della Nazionale è qualcosa di bello, di incredibile".

Una competizione che arriva in un anno difficilissimo, per tanti versi storico: assume ancora più valore di fronte allo scenario della pandemia?

"Lo sport è un grande strumento, un modo per guardare avanti. Dona la capacità di risollevarsi e risolvere le ferite. E c’è qualcosa di ancora più speciale".

Cosa?

"Il fatto che la nostra regione, in questo 2020, abbia fatto dello sport un faro per illuminare una strada buia. Penso al ritorno della Formula 1 a Imola, al Moto Gp, ora il Mondiale di ciclismo. È stato fatto tanto e tutto questo regala grandi emozioni dopo mesi davvero drammatici".

La risposta delle istituzioni è stata fondamentale, dunque.

"L’Emilia-Romagna ha dato subito disponibilità dopo la marcia indietro svizzera ed è stata in grado di organizzare una competizione complessa come un Mondiale in sole tre settimane. Questo parla da sé".

Cosa ha fatto la differenza?

"Sicuramente le garanzie che è in grado di dare l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari sono state l’arma vincente. Parliamo di strutture già collaudate, che consentono di svolgere in sicurezza una gara di tale importanza. È quel qualcosa in più che abbiamo saputo offrire: Imola, finalmente, torna al centro dello sport".

Da ct, che aspettative ha?

"Il tracciato è durissimo, è naturale che l’obiettivo sia quello di ottenere il risultato più importante, anche se sarà molto complicato: abbiamo Giulio Ciccone ko per il Coronavirus, altri infortuni che ci hanno segnato. L’avvicinamento è stato molto difficile".

E agli imolesi, infine, cosa si sente di dire?

"L’Uci ha dato fiducia all’Italia e, soprattutto, a Imola. Il Mondiale per noi deve essere un vanto. Sono sicuro lo sarà".