‘CavalcaVia’, l’ippoterapia che dà benessere

L’associazione si occupa spesso di ragazzi disabili. Giulia Bettini: "Lavorare con gli animali dà benefici tangibili e gratificanti"

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L’inclusione è una delle grandi sfide del nostro tempo, soprattutto a livello giovanile. Gli ostacoli da superare sono però numerosi e diverse possono essere le modalità attraverso cui si cerca di affrontare la situazione. CavalcaVia, associazione di volontariato nata nel 2014 a Castel San Pietro, con l’ippoterapia ne ha scelta una che sta portando risultati straordinari. "Il benessere a livello psico-fisico che i giovani sperimentano rapportandosi con i cavalli è enorme – spiega Giulia Bettini, tra i fondatori di questa realtà e oggi responsabile dell’area Interventi educativi e sportivi –. Questi animali non richiedono alcuna abilità ai ragazzi, neppure dal punto di vista verbale. Anzi, le parole diventano quasi inutili perché il canale comunicativo è diverso, ‘arcaico’. Lo scambio diventa ‘fisico’. E proprio per questo motivo i ragazzi che sono qui, spesso alle prese con disturbi della comunicazione, del comportamento e dell’interazione sociale, riescono a relazionarsi in modo spontaneo e immediato. Quello con gli animali è un contatto fortemente motivante per loro, che consente di far emergere risorse emotive e cognitive che solitamente richiederebbero tempi più lunghi per dare traccia di sé".

E sono già una settantina i bambini e ragazzi dai tre anni in su che animano, assieme ai cavalli ovviamente, le attività di questa associazione. Domenica 29 c’è stato il saggio di fine anno, una grande festa.

"L’equitazione può diventare veicolo di socializzazione e trasformare la disabilità in un una risorsa. I ragazzi giocano, sperimentano e si divertono assieme, quale che sia la loro situazione. Non c’è spazio per l’agonismo: lo sport non è considerato dal punto di vista della performance, ma si privilegia il suo valore educativo", sottolinea Giulia, dottoressa in Psicologia cognitiva e specializzata proprio nell’ambito dell’autismo.

Una terapia dell’anima, prima ancora che del corpo. Il servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Asl di Imola, che collabora da tempo con CavalcaVia, indirizza spesso le famiglie dei ragazzi autistici verso i piani educativi elaborati dall’associazione. "Attraverso l’ippoterapia vengono consolidate significativamente le abilità che sono in acquisizione nel percorso evolutivo di bambini e ragazzi. Questa magia avviene grazie alla presenza di un essere vivente che ha una qualità straordinaria: non giudica mai, ti accoglie così come sei e ti motiva, senza accorgersi, a tirare fuori tutte le risorse che hai a disposizione. I miglioramenti ai quali assistiamo quotidianamente sono reali e davvero gratificanti", conferma Giulia, che sottolinea come il numero degli iscritti sia considerevolmente aumentato negli ultimi due anni, quelli di emergenza pandemica.

Giulia opera con oltre una decina di volontari, poi con Francesca Montanari, che si occupa delle attività assistite con l’ausilio degli animali, e Matilde Comissari, che si occupa della parte all’equitazione per bimbi normodotati. Alla presidenza c’è Massimo Pandolfi, pedagogista e tra i fondatori di CavalcaVia assieme a Giulia.