
di Enrico Agnessi
Una mossa che "scongiura la chiusura dello stabilimento" e "garantisce la raccolta dei conferimenti della vendemmia 2023". È questo, nelle parole dei vertici della Cavim, il senso del passaggio della cooperativa di Sasso Morelli (da tempo in crisi e attraversata da forti tensioni interne) alla casa vinicola Poletti.
Un passaggio che in questa fase si concretizza in un affitto di ramo d’azienda, attraverso il quale si consente la "continuità indiretta dell’attività". E nei prossimi mesi si tradurrà invece nella cessione definitiva di una realtà che conta circa 500 soci viticoltori.
"L’affitto è stato reso possibile grazie alla volontà della casa vinicola Poletti di sottoscrivere, contestualmente, una proposta irrevocabile di acquisto dell’azienda con garanzia di pagamento del prezzo da rilasciarsi da parte di un primario istituto bancario – ricostruiscono dalla Cavim in una nota –. La struttura giuridica dell’operazione sarà ora sottoposta al tribunale (la società di Sasso Morelli è in una procedura di ‘composizione negoziata della crisi’, ndr) per le necessarie autorizzazioni. E, come previsto dalle norme, sarà attivata una procedura competitiva per ottimizzare il valore della cantina e quindi per soddisfare i creditori soci, banche e fornitori. Nel frattempo, la continuità dell’operatività dell’azienda è garantita dalla concessione in affitto a Poletti, che gestirà in efficienza l’azienda conservandone il valore".
La tabella di marcia da seguire nelle prossime settimane è fatta: tra la fine di agosto e l’inizio di settembre verranno riunite banche, fornitori e infine i soci creditori per "valutare la positiva chiusura del procedimento della ‘composizione negoziata della crisi", riferiscono dalla Cavim.
In caso di esito negativo, il Cda della cooperativa fa sapere che "valuterà se attivare uno degli strumenti di risoluzione previsti dal Codice della crisi, quali il concordato preventivo o l’accordo di ristrutturazione".
Da Cavim annunciano inoltre che è stata completata la cessazione delle attività gestionali nello stabilimento laziale, con possibilità di recesso da parte dei soci di quel territorio. "L’azione ha permesso di cessare i risultati negativi dell’iniziativa e ciò a tutela dei creditori", mandano a dire dalla cooperativa di Sasso Morelli.
Infine, Cavim sottolinea come sia stata individuata nei giorni scorsi anche "una modalità di scelta del consulente al quale affidare l’analisi sulla possibilità e sui benefici dell’adozione di azione di responsabilità verso i soggetti ricoperto cariche sociali o posizioni apicali" nell’ambito della cooperativa.
"Rilevare la Cavim è per noi una sfida molto impegnativa – commentano dalla famiglia Poletti –. La vendemmia parte subito Ferragosto, le cose da fare sono tante e il tempo è poco. Per l’attenzione che abbiamo per il comparto vitivinicolo imolese era però importante dare continuità alla struttura. Ora contiamo di chiudere la partita, attraverso l’acquisizione definitiva, nel giro di un anno".
La questione agita però la politica locale. "Il Comune avrebbe potuto attivarsi unitamente alla Regione per favorire un processo di fusione di Cavim con Agrintesa – protesta il leghista Simone Carapia, chiamando in causa anche Confcooperative –. In questa soluzione, i soci non avrebbero perso un euro. Gli amministratori di Cavim hanno gestito male prima e dopo, ma la Giunta non sa seguire ciò che avviene sul territorio. L’offerta di Poletti è una piccolissima scialuppa di salvataggio che non mette al sicuro i denari conferiti dai soci".
