"Ciao Sergio, continua a illuminarci da lassù"

Ultimo saluto a Navacchia al santuario di Ghiandolino. Don Pasini: "La sua presenza catalizzava l’animo di chiunque lo incontrasse"

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di Enrico Agnessi

Santuario di Ghiandolino gremito, ieri mattina, per l’ultimo saluto a Sergio Navacchia, fondatore della cantina Tre Monti, scomparso nei giorni scorsi all’età di 89 anni. In tanti, prima in camera mortuaria e poi a Pediano, hanno voluto dare un ultimo saluto allo stimato imprenditore, che riposerà nel cimitero di Mazzolano. La famiglia non ha chiesto fiori, ma offerte alla Croce rossa italiana.

"Quella di vostro padre era una presenza che, dovunque si manifestasse, catalizzava l’animo di coloro che avevano la grazia di incontrarlo – ha ricordato dall’altare don don Pier Paolo Pasini rivolto a David e Vittorio Navacchia –. Chiunque abbia incontrato nel suo lungo cammino terreno Sergio si è imbattuto in una personalità che, volenti o nolenti, ha attirato l’animo di tutti noi che siamo qui e di tante altre persone".

Classe 1933, Navacchia nei primi anni Settanta aveva lanciato l’azienda vinicola sulle colline imolesi assieme alla moglie Thea. La coppia, che pochi anni prima aveva acquistato il podere di Imola (allora solo 16 ettari) con l’idea di fare il vino per gli amici, portò una vera e propria rivoluzione in Romagna, avvalendosi dei migliori enologi italiani. Dal 1989, anno della scomparsa di Thea, Sergio ha guidato l’azienda con i figli David e Vittorio. Prima di dedicarsi alla vigna, Navacchia ha passato 40 anni in Rai: negli ultimi tempi, prima della pensione, curava la trasmissione ‘Prima Pagina’.

Nel 2017 la cantina Tre Monti ha ricevuto il Grifo di Cristallo, riconoscimento assegnato per un periodo dal Comune a cittadini, enti, associazioni, aziende, istituti scolastici che si sono particolarmente distinti nei rispettivi campi di attività e che abbiano valorizzato in tal modo la comunità imolese.

Don Pasini, amico della famiglia Navacchia, ha ricordato poi la grande religiosità di Navacchia. "Non poteva svolgere la sua vita senza la partecipazione quotidiana alla sacra messa e all’affidamento costante alla Madonna – sono state le parole del sacerdote – Su questi fondamenti si è costruita la personalità di Sergio. Ha indicato e continua a indicare a ognuno di noi la strada vera da seguire: non quella che appiattisce l’essere umano, ma la esalta mostrandolo a tutti come unico, irripetibile e fonte di costruttività. Attraverso l’incontro con lui si percepiva quella positività umana che la presenza di Cristo genera".

Don Pasini ha ricordato poi l’impegno che Navacchia metteva tanto nella sua professione quanto nelle relazioni umane. "Al lavoro è sempre stato particolarmente affezionato – ha ricordato il sacerdote –. E ha curato i rapporti in maniera esemplare".

Infine, da parte di don Pasini, un appello ai figli dell’imprenditore che, come già accennato, ormai da molti anni aveva perso la moglie Thea, assieme alla quale aveva fondato l’azienda vinicola e ricordata ancora oggi in una delle etichette più prestigiose della Tre Monti. "Non faccia neanche lontanamente breccia nel vostro animo il minimo dubbio – ha concluso il sacerdote –. Sergio è in paradiso, si è definitivamente ricongiunto a quel Cristo amato in terra e alla sua carissima sposa. La sua presenza in Cielo continuerà a illuminarvi".

In tanti in questi giorni hanno commemorato la figura di Navacchia. Amministratori di oggi e di ieri, che spesso lo consultavano per un consiglio. Gli chef più apprezzati della città, che trovavano in lui un interlocutore attento e preparato. Tante persone comuni, che hanno inondato i social con parole cariche di affetto. Noi del Carlino, che custodiremo per sempre il ricordo della sua amicizia.