Comune di Imola, via la segretaria generale

L’amministrazione non rinnova Simonetta D’Amore. Corsa alla successione

L’ormai ex segretaria generale Simonetta D’Amore

L’ormai ex segretaria generale Simonetta D’Amore

Imola, 22 settembre 2018 - Simonetta D’Amore, storica segretaria generale del Comune, lascia il palazzo di piazza Matteotti. Almeno per i prossimi giorni, al suo posto ci sarà il vice, Walter Laghi, dirigente delle risorse umane. La nuova amministrazione ha deciso infatti di puntare, di qui in avanti, su un altro profilo, ritenendo quello della D’Amore troppo legato a chi ha governato la città fino allo scorso mese di giugno.

Il nome del sostituto o della sostituta dell’ormai ex segretaria generale, che aveva regolarmente preso parte ai primi Consigli comunali del nuovo mandato, non si conosce ancora. Ma è destinato a essere annunciato a breve. Dopo le dimissioni (richieste e ottenute dall’amministrazione) di Vanni Bertozzi e Stefano Manara, presidenti rispettivamente di Area Blu e Con.Ami, si tratta di un altro forte segno di discontinuità che la Giunta guidata da Manuela Sangiorgi ha voluto dare rispetto al passato.

Classe 1958, maturità classica e laurea in giurisprudenza in tasca, la D’Amore è segretaria comunale di ruolo dal 1989. Prima di arrivare a Imola, ha lavorato in Lombardia nei Comuni di Granarolo Mantovano, Rivarolo Montano e Ponti Sul Mincio, per poi approdare nel Bolognese, a Granaglione.

All’interno del circondario, l’ex segretaria generale del Comune di Imola ha invece prestato servizio a Castel del Rio, Borgo Tossignano e nell’allora comunità montana Valli del Santerno, prima di passare all’ente di via Boccaccio. Tra il 2003 e 2006, la D’Amore è stata anche revisore dei conti in rappresentanza degli enti locali per il distretto scolastico imolese.

In epoca recente, l’ormai ex dirigente comunale era finita – al pari degli amministratori di allora – al centro dell’inchiesta della Procura di Bologna sull’affidamento e la gestione dei semafori con sistema Photored. Ma la sua posizione era stata archiviata a febbraio 2016 assieme a quella di tutti gli altri attori coinvolti nella vicenda.

All’inizio dello scorso anno, il nome della D’Amore era invece finito al centro delle cronache per l’appello che lei stessa, in quanto responsabile comunale per la prevenzione della corruzione, aveva inviato all’Anac di Raffaele Cantone. «Siamo pochi, la normativa è complessa e controllare le procedure di nomina nelle partecipate così diventa difficile», era in sostanza il messaggio inviato a Roma.

Quanto ai rapporti con il M5s e la nuova amministrazione, difficile dire cosa non abbia funzionato, al di là della mancanza di quel rapporto fiduciario che c’era invece con il sindaco Daniele Manca. Di sicuro, quella che rimane vacante oggi è una casella strategica nello scacchiere dell’ente di piazza Matteotti. Anche perché – al di là dell’importanza del ruolo – la retribuzione in un comune di medie dimensioni come quello di Imola è di tutto rispetto. Il totale annuo lordo supera infatti gli 80mila euro.