Concordato Bio On, c’è l’ok dei curatori

Ora la parola passa ai creditori che dovranno dare un parere entro i primi di dicembre. La piemontese Maip offre 17 milioni

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Marco Astorri, ex presidente della Bio On, imputato nel processo che comincia venerdì

Nulla osta dai curatori fallimentari di Bio On: è ufficiale il parere favorevole di Antonio Gaiani e Luca Mandrioli alla proposta di concordato presentata dalla Maip di Settimo Torinese, azienda leader nel settore dei polimeri, che in settembre, poco prima della nona asta per vendere l’azienda di bioplastich, mise sul piatto 17 milioni per rilevarne tutto il pacchetto, compresi gli attivi e l’impianto di Castel San Pietro, con due fidejussioni a garanzia. Nessun’altra proposta è pervenuta al tribunale di Bologna.

Dunque, con il parere favorevole alla proposta espresso dai curatori e dal Comitato dei creditori, la palla è passata al giudice delegato al fallimento, Fabio Florini. Questi ha ordinato la trasmissione della documentazione utile ai creditori del fallimento, perché possano votare a favore o contro la manovra. Il limite previsto per questo tipo di votazioni è di circa un mese; il giudice ha già fissato la data ultima per le operazioni di voto dei creditori nella prima decade di dicembre. Il concordato si intenderà approvato con il voto favorevole dei creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto, mentre le astensioni o le mancate comunicazioni di dissenso verranno considerate come pareri favorevoli, nel calcolo delle maggioranze. Dopo di che, se tutto andrà nella direzione dell’approvazione, Maip subentrerà come proprietaria di Bio On a tutti gli effetti.

"Bene questo percorso, che segue quanto previsto dalla legge in caso di fallimenti – commenta il sindacalista Vittorio Caleffi di Uiltec –. Auspichiamo che questo parere favorevole porti a un esito positivo e che questo sia propedeutico al rilancio delle attività industriali di un’azienda fondamentale per il suo territorio, con caratteristiche utili a concretizzare progetti di transizione ecologica, di cui c’è sempre più bisogno. I lavoratori ora stanno alla finestra, incaricandoci di vegliare sulla possibilità di recuperare tutti quanti (i dipendenti rimasti sono meno di venti attualmente, ndr). Intanto resteranno in cassa integrazione fino alla fine dell’anno".

Bio On, come è noto, è il colosso di bioplastiche che fallì nel 2019 per l’inchiesta della Guardia di finanza innescata dal report del fondo speculativo Quintessential, che definì l’azienda "un castello di carta destinato al collasso, nuova Parmalat a Bologna". A processo sono finite dieci persone: una ha patteggiato in udienza preliminare, per le altre nove – tra cui l’ex presidente e fondatore Marco Astorri – il processo con rito ordinario comincia venerdì. Sono accusati a vario titolo di bancarotta, manipolazione del mercato e tentato accesso abusivo al credito.

Federica Orlandi