Confronto del Carlino, regna correttezza Il testa a testa fra Marchetti e Panieri

Nell’ultimo dibattito, organizzato all’autodromo, i candidati non si sbilanciano e, davanti a 170 persone, vince la prudenza. Uno dei temi principali è quello delle tasse, ma nessuno promette riduzioni delle aliquote comunali. Pesa l’incertezza legata al Covid

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Enrico

Agnessi

Tanto fair-play, pochi affondi e la netta sensazione che l’obiettivo principale dei candidati fosse quello, per dirla nel gergo sportivo, di portare a casa il risultato, anche se ‘zero a zero’, evitando di scoprire il fianco all’avversario. Al punto che, perfino se si parla di abbassare le tasse, tutti ci vanno con i piedi di piombo.

Il confronto tra i cinque aspiranti sindaci alle elezioni comunali del 20-21 settembre, organizzato ieri sera nella sala stampa dell’Autodromo dal Carlino, introdotto dal direttore Michele Brambilla e moderato dal caporedattore Valerio Baroncini, è filato via sulla falsariga dei confronti precedenti.

Esauriti i 170 posti disponibili, con tanti imolesi collegati via social per seguire la diretta Facebook. Presenti in platea il presidente di Formula Imola, Uberto Selvatico Estense, il numero uno di Con.Ami, Fabio Bacchilega, e rappresentanti del mondo imprenditoriale, sindacale, della sanità e dell’associazionismo imolese. Ci sono, tra gli altri, Giovanni Bettini, presidente della Clai, il maestro Franco Scala, fondatore dell’Accademia e il direttore generale di Montecatone, Mario Tubertini. E ancora l’ex ministro Giuliano Poletti e Raffaello De Brasi, già sindaco nonché deputato. Infine, oltre a decine di simpatizzanti dei vari schieramenti, qualche candidato consigliere comunale, ecco anche Paolo Cavini (presidente Cna), Gianfranco Montanari (numero uno di IF e Tavolo delle imprese) e Raffaele Mazzanti (Legacoop).

Alla fine, è un testa a testa fra il candidato del centrodestra, Daniele Marchetti (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia-Popolo della famiglia), e quello del centro sinistra Marco Panieri (Pd, Imola Corre, Imola Futuro, Imola Coraggiosa e Imola Riformista).

Bene anche la civica Carmen Cappello (Imola riformista e Cappello sindaca), mentre Ezio Roi (M5s) e Andrea Longhi (Imola valori comuni), destinati a giocare in un campionato a parte, fanno fatica a imporre la loro visione di città a 360 gradi.

Chiunque sarà eletto sindaco sarà chiamato a fronteggiare l’emergenza Covid.

"Servono test rapidi nelle scuole – avverte la Cappello –. Bisogna tracciare e intervenire immediatamente. La comunità imolese è unita e questa unione ci ha permesso di andare avanti fin qui. Ma per il futuro bisogna sostenere coloro che perderanno il lavoro, senza ricorrere all’assistenzialismo, e far ripartire immediatamente le opere pubbliche in cantiere per muovere l’economia".

In questo senso, Longhi immagina invece di "sfruttare il bonus del 110 per cento, che ha costi molto limitati a carico dei privati, e consente invece un risparmio energetico e dà nuovo impulso all’economia. E poi bisogna provare ad attrarre nuove aziende sul territorio, capendo le loro esigenze".

Secondo Marchetti, "con l’autunno arriverà la crisi e questo territorio non resterà un’isola felice". Perciò, ragiona il leghista, tra le altre cose bisogna "rimodulare i corsi di formazione" e "impiegare risorse per tamponare la fuoriuscita dal mondo del lavoro". Il tutto senza dimenticare le infrastrutture, sulle quali "bisogna intervenire in tempi rapidi".

Anche a detta di Panieri c’è da "sostenere il rilancio degli investimenti", intavolando al tempo stesso "un dialogo con le aziende per trovare le soluzioni". E infine, osserva l’aspirante primo cittadino del centrosinistra, "sarà importante mantenere quelle piccole politiche che fanno la differenza, come l’esenzione dal pagamento del canone di occupazione del suolo pubblico o le agevolazioni sulla Tari per le nuove imprese".

Roi, dal canto suo, difende il reddito di cittadinanza; vero cavallo di battaglia del M5s: "Anche l’Europa vuole adottare una misura che somiglia molto a quella introdotta dal nostro governo. E’ una cosa giusta, per quanto migliorabile, importante per non lasciare indietro nessuno".

Come accennato all’inizio, nonostante le difficoltà economiche all’orizzonte per molte famiglie, nessuno dei candidati sindaci se la sente di ipotizzare una riduzione dei tributi locali in caso di elezione. "Non posso promettere che diminuiremo l’aliquota Irpef - avverte Roi, nel successivo giro di risposte da due minuti l’una -. Bisogna valutare prima il bilancio, quali spese bisogna sostenere. Sarei un disonesto a fare il contrario, sembrerei Cetto Laqualunque. Ma il governo ci sta pensando seriamente".

Qualche cauta apertura da Panieri solo in tema di Tassa sui rifiuti. L’aspirante sindaco mette però nel mirino la burocrazia: "Quella si può diminuire, tagliando i tempi di attesa per i cittadini. E bisogna creare le condizioni affinché le imprese creino nuovo lavoro".

Niente voli pindarici nemmeno da Marchetti: "Non sono in grado di fare promesse ora o di dire nel dettaglio dove agire. Di sicuro sarà fondamentale attrarre nuovi investimenti anche attraverso le esenzioni fiscali. E poi bisognerà tenere la pressione fiscale al minimo".

All’ex assessore Longhi il compito di difendere, almeno in parte, le scelte della precedente Giunta, che l’addizionale Irpef l’aveva alzata salvo poi ritrovarsi con un cospicuo avanzo di bilancio tornato buono in tempi di emergenza Covid. "Aumentare l’aliquota forse è stato eccessivo, e forse si potrebbe arrivare a una riduzione ; ma le necessità sono tante e si possono utilizzare quelle risorse a vantaggio della comunità". Infine la Cappello: "Bisogna rendere autonomo il bilancio del Comune e usare l’utile del Con.Ami solo per fare investimenti. Oggi non ci sono le condizioni per una riduzione dell’aliquota a favore di tutti. Chi può deve pagare, chi perde il lavoro no. Serve equità, non tagli lineari".